Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Precariato troppo diffuso tra i sardi»

Fonte: La Nuova Sardegna
28 marzo 2012

 

I risultati di uno studio realizzato dall’Università che analizza l’andamento del mercato del lavoro

Precarietà da dove viene e dove va. E’ il titolo del libro pubblicato dal Centro studi della Cgil sarda, curato da un giovane laureato, Stefano Boi, e presentato ieri da Susanna Camusso. «L’idea della modernità», ha spiegato Camusso, «è quella di rendere il consumo valore in sé con il traino dell’individualismo e della libertà di impresa ». Il consumo a debito, legato all’esplosione della finanza, ha modificato il sistema economico a partire dalla grande crisi del 2007, quella deimutui subprime in America. «In questo schema», afferma Camusso, «il lavoro torna a essere una merce, non l’attività delle persone che proprio in quanto talidevono avere diritti e tutele maun’attività della quale bisogna comunque ridurre il costo ». Il risultato -ha detto l’autore del libro, Stefano Boi, 23 anni -è che non è vero che togliendo diritti a chi ce li ha si aiutano gli altri: «Se non ci fosse stato l’articolo 18, forse, sarebbe stato precario anche mio padre».Boi è un ragazzo sardo, universitario all’estero per un master. Per molti politici sarebbe stato considerato un bamboccione perché in Italia si è bambini al di sotto dei 35 anni. «Siamo al rovesciamento del senso sociale, spiega la segretaria nazionale della Cgil, c’è la trasformazione ideologica dell’impresada soggetto di responsabilità sociale a soggetto in cui la libertà deve essere solo quantità ad ogni costo. Camusso svela tutta una serie di luoghi comuni che hanno accompagnato in questi anni la retorica del lavoro da cambiare. A cominciare dalla presunta bellezza di cambiare dieci lavori nella vita, salvo la difficoltà di trovare i primo. «La verità è che non si è più investito sul lavoro perché un altro mito della modernità è il ritirarsi dello Stato dalle competenze economiche, l’idea che la spesa pubblica sia sempre un costo e mai un investimento». Nel dibattito che si è svolto ieri nella facoltà di Scienze politiche, presenti la preside Piras e il sociologo Gianfranco Bottazzi, vengono presentati i dati da cui emergono le diseguaglianze interne, quelle tra Nord e Mezzogiorno ma anche quelle dei paesi dei vari Sud. «Idati ci riferiscono della maggior concentrazione di precarietà in Sardegna», afferma Camusso, «dove da troppo tempo non si affrontano i nodi dell’isola in rapporto alla penisola. La precarietà diventa redistribuzione del poco». Altro che mercato del lavoro diviso, secondo vecchi schemi, tra insider, cioè i garantiti, e outsider, i disoccupati, gli emarginati: «Il rischio è Susanna Camusso laprecarietàper tutti».