Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Lo stipendio è già finito il 27 del mese

Fonte: La Nuova Sardegna
28 marzo 2012

 

La stangata delle addizionali Irpef comunali e regionali sisommaalla crisi e all’aumento dei costi per il caro-benzina

Arrivare a fine mese è sempre più dura, maè già un miraggio la terza settimana. Si taglia dove si può, ma in tempo di crisi le famiglie non riescono più a risparmiare neanche per far fronte alle spese necessarie. Le misure decise all’esterno incidono pesantemente sui bilanci domestici. La benzina, ad esempio, vola verso il traguardo di 2 euro al litro. Federconsumatori e Adusbef parlano di un «imponente aumento della tassazione» che comporterà, nel corso del 2012, un incremento di 1.133 euro di spese a famiglia, a causa di più balzelli (Iva, Imu, accise benzina, bollo deposito addizionale regionale e comunale, bollo sui depositi bancari e postali). La stangatina nella busta paga.. Pensionati e lavoratori dipendenti, leggendo il cedolino ricevuto ieri, non hanno trovato belle sorprese. E’ arrivata la stangata delle addizionali Irpef regionali (per tutti) e comunali, dove le amministrazioni le hanno già deliberate (i Comuni hanno tempo fino al 30 giugno per approvare i bilanci preventivi). E non c’è ancora l’Imu, l’imposta municipale che rimpiazza l’Ici (imposta sugli immobili): arriverà a giugno. Senza contare, poi, l’annunciato aumento dell’Iva (dal 21 al 23%) che potrebbe scattare a ottobre. Il peso delle addizionali regionali. Il Caf-Cisl nazionale ha fatto qualche calcolo e ha verificato che, solo con l’addizionale Irpef regionale, l’aumento del prelievo locale (già deciso per tutti dalla manovra “salva-Italia”) sarà dello 0,33%, con effetti diversi a seconda delle fasce di reddito: varia dai 51 euro l’anno per uno stipendio di 1.200 euro lordi mensili ai 73 euro per chi guadagna 1.700 euro. Per un lavoratore con reddito medio (2.200 euro lordi al mese), l’addizionale regionale aumenta di 94 euro,mentre per un reddito considerato medio-alto (3.200 euro lordi al mese) l’addizionale subisce unincremento di 137 euro. Addizionali comunali. Sulla testa di molti contribuenti italiani pende ancora, però, la spada di Damocle dell’aumento dell’addizionale Irpef comunale, che deve essere deciso dalle amministrazioni. Ci sono Comuni (ancora pochi) che hanno già deliberato l’incremento, altri stanno aspettando. La manovra Tremonti-Berlusconi di Ferragosto aveva concesso ai Comuni la possibilità di deliberare, dal 2012, aumenti dell’addizionale comunale fino a un’aliquota massima complessiva pari allo 0,8%. Per chi ha già deciso, ad esempio, si va da un aumento totale di 72 euro a Chieti (+21 euro di addizionale comunale e +51 euro di regionale) per un pensionato o lavoratore dipendente con 1.200 euro mensili (lordi), fino ai +262 euro di un lavoratore dipendente di Catanzaro, con 3.200 euro lordimensili di stipendio (+125 euro di addizionale Irpef comunale e +137 euro di addizionale regionale). Nonsono previsti prelievi, invece, per pensionati e lavoratori dipendenti con i redditi più bassi, che non devono versare neanche l’Irpef principale. L’addizionale non è richiesta ai pensionati fino a 75 anni di età che guadagnano fino a 7.535 euro l’anno e a quelli oltre 75 anni che guadagnano fino a 7.785 euro. I lavoratori dipendenti, invece, sono esenti dal pagamento fino a 8.030 euro. Strategiedidifesadelportafogli. Ma come cercano di difendersi gli italiani dal prelievo senza fine? Secondo un sondaggio realizzato suuncampione di 100 persone da Careerbuilder.it, il sito italiano per la ricerca di lavoro di proprietà di Gannett Co., Inc., Tribune Company e The McClatchy Company (quotate a Wall Street) il 75% dichiara di esaurire lo stipendio in concomitanza con l’arrivodella bustapaga successiva. La prima strategia di tutela del portafogli è il taglio delle attività ricreative (53%), poi l’uso di buoni sconto e coupon (49%). Inoltre, si lascia più a lungo l’auto nel box: il “caro-benzina” spinge il 41%a guidaremeno e a servirsi maggiormente dei trasporti pubblici (21%). C’è anche chi ha deciso di tagliare servizi considerati “di lusso” come la televisione via cavo (15%).