Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Ottanta passi fino all'estate

Fonte: L'Unione Sarda
27 marzo 2012

La città e il “suo” Poetto

di Enrico Pilia

L'affollata presentazione del libro sugli “Ottanta passi che hanno cambiato il Poetto” ha fatto discutere e pensare. Perché il lavoro dei colleghi Maria Francesca Chiappe e Lello Caravano non è stato solo quello di raccontare la cartolina della città che diventava grigia, attraverso una straordinaria operazione di ricerca e confronto. L'accurato montaggio televisivo che ha accompagnato la conferenza ha permesso di riassaporare la spiaggia come era, come l'hanno vista vivere i nostri nonni, quando il tram sferragliava fino ai casotti. Fino alla fine del secolo e le prime bordate su un litorale che ha resistito comunque, nonostante i ripetuti attentati. Il Poetto, oggi, da Cagliari a Quartu, resta una delle valvole di sfogo per godersi il primo, vero sole dell'anno. Nonostante diecimila persone a Tuvixeddu, nonostante ce ne fossero seimila a Monte Claro, due giorni fa la spiaggia conteneva a fatica quel variopinto serpentone di fedelissimi. Fatto di pattini e bici, di bambini senza regole e anziani travestiti da runners, di coppie che guardano il mare e di persone col giubbotto imbottito perché «siamo ancora in marzo». Migliaia, chissà quante migliaia di persone che non cambiano strada, neanche davanti alle cassette maleodoranti fuori dai ristoranti - territorio di Quartu - o al nulla - ancora per poco, speriamo - nella fetta cagliaritana del Poetto. Il vialetto per chi corre o ripiega nel walking è un punto di osservazione inimitabile per capire com'è e cosa chiede il popolo del Poetto. La gente vuole godersi un paio d'ore di colori inimitabili, magari con qualche servizio in più. Perché ai bambini basta una palla e qualcuno a cui lanciarla, ma la città pretende di più. Ottanta passi al Poetto, ottanta giorni all'estate.