Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

La difficile strada dell’adozione

Fonte: La Nuova Sardegna
26 marzo 2012

Le lunghe attese e le difficoltà delle famiglie che vogliono adottare un bambino




STEFANO AMBU
CAGLIARI. I problemi? Le attese: dagli otto mesi ai tre anni, ma a volte si è andati oltre il lustro. Poi le paure che tutti gli sforzi siano inutili. E qualche volta i costi. Ma il risultato è di quelli che cambiano la vita: dei nuovi genitori e del nuovo figlio. Esperienze, guai, numeri e traguardi delle famiglie adottive: se ne è parlato ieri mattina in una conferenza organizzata dall’Aga, associazione genitori adottivi, con la collaborazione dell’assessorato alle Politiche sociali del Comune. Cifre in costante aumento: a Cagliari le richieste di adozione nel 2009 erano 29 e sono passate a 35 nel 2011. In Sardegna nello stesso periodo ci sono state 148 domande. Sempre dal 2009 sono state 224 le adozioni autorizzate in tutta l’isola. Nel 2011 i via libera sono stati 76: 30 nella provincia di Cagliari, 7 Carbonia Iglesias, 5 Nuoro, 8 Olbia Tempio, 7 Oristano, 14 Sassari. Molti puntano sulle adozioni internazionali, ma per molti - spiegano gli esperti - è un percorso quasi obbligato perché dà la quasi certezza, in tempi che possono variare a seconda delle situazioni, di raggiungere l’obiettivo.
Più complicate le adozioni italiane, secondo quanto emerso da alcune esperienze raccontate durante i lavori di ieri. I costi, in questo caso, sono nulli. «Ma - ha raccontato una mamma - ho aspettato senza ottenere niente. E ho optato per l’adozione internazionale». Le terre di provenienza? Ai primi posti ci sono Colombia, Brasile, Ucraina e Bielorussia. Il percorso non è facilissimo: bisogna mettersi in contatto con gli enti autorizzati e poi spendere soldi e tempo per stare magari un mese in Colombia per ritornare a casa con il nuovo componente della famiglia.
Capitolo enti: ora la situazione è migliorata perché ce ne sono 8 (su 215 in tutta Italia) anche in Sardegna. Ma in passato molti genitori si sono dovuti sobbarcare viaggi su viaggi nella penisola. C’e una proposta di legge regionale - e ieri si è parlato anche di questo - per agevolare adozioni e affidi. «Il nostro obiettivo - ha detto Marco Espa, consigliere regionale Pd, tra i firmatari della proposta - è sburocratizzare il percorso che conduce all’adozione. Accelerando i tempi e limitando le spese». Importante, è stato sottolineato, lo scambio di esperienze tra le famiglie: quelle che aderiscono all’Aga sono 24. «Una rete - ha detto il presidente Andrea Mendolia - di sostegno reciproco soprattutto nella fase dell’attesa». Il percorso post adozione viene seguito dai servizi sociali del Comune o dall’ente che segue i passaggi dell’adozione internazionale se il nuovo arrivato in famiglia non è italiano. Le regole: «Mai nascondere al figlio - ha detto la vicepresidente dell’associazione Stefania Contu - la loro provenienza. Sin da piccoli devono essere informati e devono essere soddisfatte tutte le loro curiosità o richieste». Capita anche che da grandi vogliano vedere la loro famiglia d’origine o il luogo in cui sono nati. «Succede - continua Contu - ed è anche comprensibile: sono legittime esigenze di conoscenza. Ma anche esperienze che non cambiano mai il rapporto con quella che da anni è diventata la loro famiglia». I lavori della conferenza sono andati avanti sino al pomeriggio con interventi e tre workshop di approfondimento su temi molto delicati: dalla condivisione e il coinvolgimento della scelta adottiva con figli già presenti in famiglia ai contatti con i servizi sociali (ai lavori erano presenti l’assessore regionale alla Sanità Simona De Francisci e l’assessore comunale alle Politiche sociali Susanna Orrù) per instaurare un rapporto di reciproca fiducia.