Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

La villa data in affitto per pochi euro una beffa dal ‘93

Fonte: Sardegna Quotidiano
26 marzo 2012

Comune

 

VIA VITTORIO VENETO Immobile del Municipio, l’ex assessore Chessa chiede al successore Pinna di rivedere i canoni da 234 e 309 euro al mese. Uno degli inquilini: «Pronti ad andare via»

“Affittasi palazzina con due apartamenti e ampio giardino in via Vittorio Veneto a soli 543 euro al mese”. Un annuncio così farebbe gola a chiunque stia cercando casa, ma anche a chi ne possiede già una. Poco più di un milione di lire per una villa in una zona tra le più care della città, sembra però troppo poco: chi affitterebbe mai un immobile così prezioso a così poco? Il Comune. L’annuncio non esiste, ma la palazzina alle spalle della Regione sì, ma è già affittata dal 1993. Il piano terra e il primo sono stati affidati “in via precaria e provvisoria” con due delibere della Giunta comunale nel settembre ‘93, a due inquilini quando il sindaco era Gaetano Giua Marassi e nel palazzo alle spalle della villa di via Vittorio Veneto il presidente della Regione era Antonello Cabras. Il piano terra, 169,55 metri quadri con un giardino di 428, era stato affittato a 444mila lire mentre il primo piano, 128,52 metri quadri (compresi 38 di terrazza), a 336mila lire al mese. «Dal 1993 a oggi sono stati applicati solo gli adeguamenti Istat e i canoni attualmente sono di 309,25 e 234 euro», denuncia il capogruppo Udc Gianni Chessa che ha presentato un’interrogazione urgente al sindaco Massimo Zedda e all’assessore al Patrimonio Gabor Pinna. Si tratta di immobili di categoria catastale A/7, che dovrebbe fruttare altre cifre alle casse pubbliche.

GLI INQUILINI DELLA VILLA Al primo piano abita una donna con la figlia, mentre al piano terra vive Emilio, classe 1940, assieme alla moglie. «La casa è in pessime condizioni: ci piove in camera e da poco sono venuti per mettere in sicurezza un balcone pericolante», spiega l’inquilino che non ha intenzione di difendere con le unghie la villa low-cost. «A noi basterebbe una stanza con una cucina, siamo due pensionati con problemi di salute e spendiamo tutti i soldi in medicine. Questa casa è troppo grande per noi, è impossibile da riscaldare e da gestire: i soffitti sono così alti che non sono in grado neanche di cambiare una lampadina » . «Per tutti i casi come questo avevo dato mandato di spedire le lettere di “interruzione dei termini”, che servivano per rinegoziare i contratti e i canoni di locazione, ma non sono mai partite», denuncia Chessa che ha preceduto Pinna alla guida dell’assessorato. «La gestione non è dei politici, ci sono diverse lacune nelle attività dei funzionari responsabili del procedimento e dei dirigenti. Gli inquilini se hanno problemi vanno aiutati, ma le cose devono essere rimesse in regola». Dagli uffici precisano che solo un terzo dell’immobile è di proprietà del Comune, che uno dei due inquilini è moroso e che sono state affidate le procedure per trovare una soluzione. «Non ero a conoscenza del caso specifico, di sicuro si tratta di valori troppo bassi - commenta il presidente della commissione Patrimonio Claudio Cugusi (Pd) - i valori immobiliari dell’edilizia non popolare sono completamente sballati e sono da rivedere. È una situazione intollerabile, a maggior ragione in un momento come questo in cui ci sono sempre meno soldi bisogna intervenire su tutti i casi come questo».

Marcello Zasso