Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Bramall e Licaret, calore ed eleganza

Fonte: L'Unione Sarda
26 marzo 2012

Musiche di Mendelssohn, Beethoven e Mozart: applausi al Teatro Lirico di Cagliari


Le note degli archi ricreano il moto delle onde del mare. Una melodia che si ripete continua e che Anthony Bramall, prima con sobrietà misurata poi con impeto, interpreta seguendo aneliti e dinamiche dell'Ouverture Le Ebridi op.26, “La grotta di Fingal”, poema sinfonico di Felix Mendelssohn. Nel concerto di venerdì sera l'aplomb di Bramall si scioglie, lasciando spazio ad ampi gesti a cui corrispondono precisione d'attacchi e ricercata cura delle sfumature. Alla guida dell'Orchestra del Teatro Lirico di Cagliari, dipinge paesaggi sonori con presa coinvolgente e un calore che riflette in pieno lo spirito romantico dell'autore, tra ricordi di cultura gaelica e l'evocazione delle brume scozzesi, riflesse nei suoni con splendore visionario e descrittivo.
Un'adesione minuziosa alla cifra stilistica della partitura che Bramall e l'orchestra ripropongono anche nel Concerto n. 4 in sol maggiore di Beethoven, nel dialogo serrato col pianoforte a cui Andrei Licaret dà accenti eleganti e composti. Papillon e fusciacca scarlatti, Licaret si presenta con modi quasi dimessi. Ma bastano poche note e la sua forte personalità musicale prende il sopravvento. Potenza espressiva e ripiegamento intimistico trovano ugualmente spazio nella sua lettura, che differenzia i movimenti, usa con parsimonia e sapienza il pedale, preferendo la nitidezza di suono e il costante rifinire delle coloriture, rispetto all'esibizione di facili effetti.
Cresciuto a Bucarest e proiettato verso una carriera internazionale, Licaret ha maturità interpretativa e capacità di penetrazione artistica che va oltre l'abilità pura e semplice. Nel Concerto in sol maggiore unisce calore ed eleganza, con un virtuosismo fine ed espressivo che regala toni intensi e preziosi a una pagina musicale piena di sentimenti romantici e rigore classico nel contempo. Una bella prova, piena di espressività e forza che, nella lunga introduzione del pianoforte solo, mette in luce tutta la sensibilità di un interprete attento e cosciente delle tante ispirazioni beethoveniane. E nel brillante intrecciarsi di suoni tra tastiera e orchestra il Concerto raggiunge l'acme nel Rondò conclusivo, guadagnando gli applausi calorosi e convinti del Teatro.
La mano di Anthony Bramall si mostra poi tutta nella Sinfonia n. 41 in do maggiore “Jupiter” K 551 di Mozart. E nel confronto col celebre capolavoro, il direttore inglese ha modo di dispiegare appieno il suo punto di vista, che ha il pregio di dare spazio agli elementi di ricercatezza raffinata e classica, ma anche di aprire squarci di vigore appassionato. Il risultato è una lettura della “Jupiter” di alto livello, in cui l'orchestra di Cagliari dà il meglio di sé, mettendo in primo piano la professionalità e la sensibilità degli archi. Con una leggerezza che ha la sua apoteosi aristocratica nel minuetto e una compostezza che si infrange nell'Allegro, con un fraseggio serrato, carico di aspettative.
Un concerto bello, dai toni distinti, che non disdegna di lasciarsi andare a forti tratti appassionati. Come nel frenetico rincorrersi di note del “fugato” finale, che Bramall spinge con foga e riflessi incisivi che trascinano all'applauso.
Greca Piras