Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Ormai è tardi, non possiamo fare più niente»

Fonte: L'Unione Sarda
23 marzo 2012

Gli operatori del settore
 

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«Se il 2012 non sarà l'anno della fine del mondo, di sicuro sarà quello della fine dei grandi concerti a Cagliari». Le parole di Robi Massa (Spettacoli&Musica), uno dei principali organizzatori, chiudono definitivamente le porte ai grandi eventi musicali per quest'anno. Il fatto che la riunione di ieri, nella quale l'assessore Puggioni ha annunciato l'area dove si potrebbero svolgere i grandi eventi, sia stata disertata proprio dagli organizzatori di manifestazioni che richiamano migliaia di persone, dice tutto.
 

SPETTACOLI&MUSICA «Noi abbiamo mandato una lettera al Comune mesi fa per chiedere spazi adeguati». Ora, secondo Massa, è tardi. «Mi chiedo tra l'altro chi pagherà i lavori per allestire l'area. Ci vogliono 500 mila euro». Poi un attacco a chi ha organizzato la riunione di ieri: «Non si possono convocare operatori culturali che niente hanno a che fare con manifestazioni tipo quelle che organizziamo io e pochi altri, bisognava parlare di questo argomento con le persone che negli ultimi anni hanno organizzato eventi di questo tipo».
 

SARDEGNA CONCERTI Della stessa opinione Massimo Palmas (Sardegna Concerti): «È singolare che l'amministrazione arrivi fuori tempo massimo con una proposta che avevamo già scartato in precedenza. Quell'area non va bene perché c'è molto vento, al massimo può essere giusta per realizzare una struttura al chiuso. Ritengo quasi offensivo venir fuori a fine marzo con una proposta di questo tipo».
 

VOX DAY Un'apertura arriva invece da Davide Catinari (Vox Day): «Credo che la scelta di investire su un sito collocato sul lungomare sia lo sbocco naturale per questa città. La prospettiva di realizzare un'arena di media capienza è in linea con le attuali esigenze di mercato, perché l'indotto della cultura, in aree metropolitane con popolazione residente inferiore al milione di abitanti, non può essere creato sui 2-3 eventi di grande distribuzione, ma su una piattaforma culturale che offra qualità e contenuti sul modello di città come Bilbao o Groningen». Poi conclude: «La scommessa dell'investimento in cultura è di livello europeo, perché quello è il terreno su cui Cagliari potrà crescere e confrontarsi alla pari con altre realtà analoghe».

(p.c.c.)