Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Tuvixeddu, nuovi confini

Fonte: La Nuova Sardegna
21 marzo 2012

Congelata la delibera a rischio, gli uffici lavorano all’adeguamento del piano urbanistico al Ppr



Mistero sulle fioriere-mostro: Zedda non le vuole più




MAURO LISSIA

CAGLIARI. La delibera che riportava la situazione di Tuvixeddu all’accordo di programma del 2000 è rimasta impantanata nelle polemiche che l’hanno seguita: firmata all’unanimità da sindaco e assessori comunali, non è mai arrivata in consiglio ed è finita in un cassetto.
Hanno prevalso le perplessità interne ed è stato utile l’allarme lanciato da Italia Nostra e dallo scrittore Giorgio Todde, che vedevano in quell’atto un pericolosissimo passo indietro rispetto alle certezze maturate con la sentenza di aprile 2011 del Consiglio di Stato. Ora l’orientamento è chiaro: prima verrà completata la procedura di adeguamento del piano urbanistico comunale al piano paesaggistico regionale, come prevede il Codice Urbani, procedura che deve precedere qualsiasi altra attività di pianificazione sul colle dei Punici. La delibera, che era in contrasto con la norma statale, tornerà in ballo solo dopo. A quel punto il contestato riferimento al Puc avrà un senso perchè il Puc non sarà più quello approvato dalle amministrazioni di centrodestra ma uno strumento corretto in base alle indicazioni inderogabili del Ppr. Gli uffici tecnici sono impegnati a ridisegnare i confini dell’area vincolata così come la prevede il Ppr, stando alle indiscrezioni saranno sfrondate solo le superfici ormai edificate. Ma dovrebbero entrare nel vincolo tutte le aree private.
IL PARCO. Resta da chiarire la questione spinosissima del parco archeologico. I lavori sono in corso e secondo quanto ha denunciato appena pochi giorni fa l’archeologo Piero Bartoloni, il maggior esperto del periodo fenicio-punico, l’area della necropoli corre il rischio di essere stravolta. Gli enormi riporti di terra hanno cambiato l’aspetto naturale del sito, c’è il rischio che l’area delle tombe si traformi in un giardino artificiale. Sabato scorso, parlando al convegno di Legambiente, il sindaco Massimo Zedda ha sostenuto che le fioriere progettate e realizzate illegalmente dall’amministrazione Floris - è in corso un processo, imputato fra gli altri il funzionario che ha diretto i lavori - andrebbero eliminate. Realizzare quest’idea farebbe la felicità delle associazioni che difendono Tuvixeddu, ma l’amministrazione Zedda ha deciso in una conferenza di servizi di andare avanti con il vecchio progetto, rivisto e alleggerito. Ed è quello che sta avvenendo in questi giorni: le fioriere-muraglia vengono smontate, al loro posto saranno collocate strutture più piccole ma comunque altre fioriere. Quindi non è chiaro a cosa si riferisse Zedda quando ha fatto riferimento a semplici sentieri: da un lato ha caldeggiato la soluzione più gettonata dal mondo intellettuale, dall’altro i lavori vanno avanti.
L’ACCORDO. C’è poi il problema legato all’accordo di programma, più volte denunciato dal Gruppo di intervento giuridico: persa la sua efficacia, l’accordo - un contratto civile stipulato tra enti pubblici e privato - la sua denuncia da parte di Nuova Iniziative Coimpresa riporterebbe la situazione delle proprietà al 2000, quindi l’area archeologica trasferita al Comune dovrebbe ritornare all’impresa. Mandare avanti i lavori del parco significa quindi correre il rischio di fare un buco nell’acqua, perchè Coimpresa potrebbe esercitare il diritto di proprietà su un’area vincolata, quindi inedificabile, ma non per questo pubblica. L’alternativa è l’esproprio per pubblica utilità.
L’ARBITRATO. Infine il tema controverso del risarcimento richiesto dal gruppo Cualbu col il ricorso al collegio arbitrale. L’advisor Deloitte sta lavorando alla definizione del quadro in cui gli arbitri dovranno muoversi, non c’è alcuna certezza sul diritto del costruttore a ottenere un indennizzo per i ritardi nella realizzazione del progetto, ritardi che - l’ha scritto il Consiglio di Stato - sono legati a una legittima azione di contrasto da parte dell’amministrazione Soru. Vincolare Tuvixeddu dopo i ritrovamenti di oltre mille tombe successivi all’accordo di programma non è stato un abuso - sostiene la Regione - e allineare il Ppr al Codice del paesaggio è stato un atto doveroso. L’incognita però resta almeno sino al deposito del lodo definitivo, mentre quello parziale - che ha disposto l’estromissione di Renato Soru e Gianvalerio Sanna, oltre che la consulenza alla Deloitte - è sotto il giudizio della Corte d’Appello di Roma, cui hanno ricorso gli avvocati Giampiero Contu per l’ex governatore e l’ufficio legale della Regione: i giudici hanno unificato il fascicolo, la decisione sarà una sola.