Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Diritto di cittadinanza, la Provincia accoglie 53 bambini africani

Fonte: L'Unione Sarda
21 marzo 2012

PALAZZO REGIO. Immigrazione
 

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È solo un foglio di cartoncino colorato, per di più senza nessun valore legale. Ma oltre quella carta e quell'inchiostro è racchiuso un grande significato: «Siamo contenti di avervi qui».
È un piccolo riconoscimento simbolico dal grande valore quello che il presidente della Provincia, Angela Quaquero, ha consegnato nelle mani di 53 bambini, figli di genitori africani che hanno chiesto asilo politico in Italia. Alcuni nati in città, altri arrivati per emergenza, hanno tutti una storia di vita travagliata alle spalle. «Un pezzo di carta che speriamo porti a qualcosa di più consistente in modo che non si debba mai più parlare di minori nati in Italia come stranieri» ha detto il presidente.
Chiamati a turno, chi con andatura esuberante e chi, in fasce, accompagnato dai genitori, hanno percorso tra gli applausi la sala consiliare del Palazzo Regio per ritirare il loro attestato di appartenenza. La prima a riceverlo è stata la più piccola, una bimba nata appena 10 giorni fa, Miracle Silvia. «Silvia come le tre persone che hanno accudito la mamma durante la gravidanza», hanno precisato le sue amiche. Presenti alla cerimonia le associazioni per i diritti all'infanzia, Caritas, Il Sicomoro, e quelle coordinate dalla Provincia: La Collina, Sconfinando e La Carovana sarda della pace. Per don Marco Lai, direttore della Caritas, «è una piccola tappa per un mondo sempre più accogliente».
La Caritas diocesana, sempre in prima linea quando si tratta di accoglienza, ha ospitato negli anni 220 richiedenti asilo, e oggi sono 150 (di cui 44 minori). «I bambini rappresentano la bellezza della vita - prosegue Don Marco - in questa regione dove l'incremento demografico è vicino allo zero accoglierli apre prospettive di vita, speranza e ci auguriamo possibile cittadinanza».
Felice anche il Garante dei diritti dell'infanzia, Luigi Ferrero. «Voglio ricordare ai bambini che hanno tutti i diritti del mondo: quello di poter giocare, così come quello di poter essere inseriti in questa realtà». I loro familiari sono in attesa di essere ascoltati dalla commissione internazionale che, esposte le loro ragioni, deciderà se accogliere o meno la loro richiesta di asilo. Nel frattempo imparano la lingua e una nuova cultura: quella della civiltà.
Veronica Nedrini