Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Stadio della vergogna scintille tra Cappellacci e Zedda

Fonte: Sardegna Quotidiano
20 marzo 2012

Sant’Elia

 

CAGLIARI La società contesta la latitanza di «alcune» istituzioni. Il governatore: ferita urbanistica, la Regione farà la sua parte. Il sindaco: «Problema ereditato. Cellino già chiamato più volte»

Cappellacci e Zedda scendono in campo, sul Sant’Elia. Cellino accusa la latitanza di «alcune» istituzioni e il presidente della Regione replica che lui non c’ entra, che lo stadio è desolante e che la Regione è pronta a fare la sua parte. Pronta la reazione di Zedda che ribatte che il Comune ha ereditato questa situazione e che sta facendo anche più del dovuto, mentre aspetta una mossa da Cellino. Il Cagliari dopo il 3-0 di domenica ringrazia i tifosi, perché è anche grazie alla Nord tornata ad essere una curva che ha vinto. Nel ringraziare i tifosi la società fa riferimento alle «traversie, per lo più estranee all’andamento sportivo della stagione e che fin qui sono state affrontate subendo spesso la quasi totale latitanza di alcune istituzioni». Un attacco che si somma a quello che i tifosi della Nord hanno fatto al sindaco Massimo Zedda e al suo predecessore Emilio Floris, individuando nel Comune le principali responsabilità della decadenza del Sant’Elia. Coglie la palla al balzo il presidente della Regione Ugo Cappellacci che in riferimento alla vittoria col Cesena ha parlato di «uno spettacolo esaltante in un’arena desolata». Perché anche se i cagliaritani ci stanno quasi facendo l’abitudine, lo spettacolo dello stadio semivuoto è desolante. «La struttura appare la punta dell’iceberg di una situazione che vede gli stadi italiani tra i più obsoleti e i meno frequentati d’Europa: un danno all’immagine della Sardegna, che invece potrebbe trarre dall’avere una squadra in serie “A” un’occasione di visibilità positiva - ha commentato Cappellacci - L’attuale impianto ha ormai assunto i connotati di una vera e propria ferita urbani- stica ed è inadeguato alle esigenze della squadra, dei tifosi e della Sardegna, non solo del capoluogo». Per Cappellacci bisogna rilanciare lo stadio e ciò che le partite del Cagliari rappresentano. «Se desideriamo che le partite di calcio siano nuovamente qualcosa di più di una gara sportiva e rappresentino anche un momento di aggregazione e di vita sociale della nostra comunità, di espressione di un positivo senso di appartenenza - ha concluso - occorre intervenire affinché la prima squadra della Sardegna abbia finalmente uno stadio degno di questo nome». Da fine gennaio la Sud e i Distinti sono chiusi e il Comune sta realizzando interventi di manutenzione straordinaria (di sua competenza) dovuti dalla mancanza di manutezione ordinaria (di competena della società rossoblù), lavori che costano centinaia di migliaia di euro di soldi pubblici. «Siamo ben consapevoli della situazione in cui versa lo stadio Sant'Elia, una situazione che si è definita nel corso degli anni e che noi abbiamo ereditato», così Zedda replica a Cappellacci, che prima di conquistare Villa Devoto è stato assessore comunale con Floris. «Accogliamo con favore l’interessamento del presidente della Regione, perché anche noi abbiamo la speranza che il Cagliari Calcio continui a giocare nella nostra città. Ma ricordiamo che in questi nove mesi abbiamo fatto tutto quanto di nostra competenza, e spesso anche di più, per garantire seppur con una capienza ridotta la possibilità alla squadra di giocare nel suo stadio e davanti ai propri tifosi». Zedda ricorda quindi a Cappellacci che il Comune sta facendo la sua parte, respingendo anche lui l’accusa di «latitanza» sollevata dal Cagliari. «Abbiamo più volte ribadito, a mezzo stampa e non, la nostra disponibilità a incontrare il presidente Massimo Cellino per affrontare la questione e discutere sulla possibilità di realizzare il nuovo stadio. Restiamo quindi in attesa di una risposta della società». Regione e Comune sono in campo, la palla ora torna a Cellino.

Marcello Zasso