Il pubblico entusiasta festeggia al Lirico il compleanno della star americana
Il seducente concerto di James Taylor a Cagliari
Ci sono canzoni che vivono al di là del loro tempo, che non necessariamente sono legate, come invece spesso accade, alle condizioni sociali, culturali, sentimentali e artistiche del periodo in cui sono state scritte. “You've got a friend” è una di queste. James Taylor la canta con quella inconfondibile voce nasale che oggi è la stessa di ieri, alla fine del concerto dell'altra sera al Teatro Lirico di Cagliari, prima di ricomparire sul palco, richiamato a gran voce da una platea entusiasta a cui regala “Shower the people”, “How sweet it is (to be loved by you)”, e, in solitudine, l'intima “Close your eyes”.
“You've got a friend”, il successo firmato da Carole King con cui nel '71 il cantautore conquistò il primo Grammy Award della carriera, è un capolavoro di poesia musicale e letteraria che l'interpretazione di Taylor ha contribuito a rendere immortale. Una certezza sonora permessa a pochi brani nella storia della musica, con l'antica perfezione melodica newyorchese scaldata al sole dei morbidi suoni californiani.
Sostenuto da una band impeccabile, tra le cui fila spicca Steve Gadd, mago dei tamburi, “musicista per musicisti”, Taylor è in gran forma: sorridente, simpatico, pronto alla battuta e a qualche piccola frase in italiano. Felice di festeggiare su un palco il suo sessantaquattresimo compleanno che cade proprio nella tappa cagliaritana, organizzata da Sardegna Concerti. Circondato da un affetto senza confini, i fan lo accolgono con mazzi di fiori, lunghi applausi e la classica “Happy birthday to you”, ripresa scherzosamente con la chitarra nelle battute conclusive di un concerto che offre una lezione di musica e buon gusto, e un viaggio imperdibile al centro dell'uomo.
“Ho visto fuoco e ho visto pioggia/ Ho visto giorni di sole che non credevo sarebbero finiti/ Ho visto tempi oscuri in cui non trovavo amici”, ed è “Fire and rain”, altro capolavoro di una serata ricca di melodie a presa rapida captate dal più profondo del cuore, e suggestioni musicali che, tra cambi di chitarra e incursioni con l'armonica, abbracciano folk, blues, r'n'b, soul e venature rock.
Divisa in due set, la scaletta riserva evergreen e brani meno noti. Nella prima parte scorrono temi come “Blossom”, “Sunny skies vox”, “Raised up family”, “Carolina in my mind”, “Frozen man”, “Walking man”, “Just a little more time”, “Steamroller”, “Don't let me be lonely”, la trasognata “Sweet baby James” e “Up on the roof”. Nella seconda affiorano “Everybody has the blues”, “Light house”, “Country road”, “Copperline” (eseguita con la melodica), “Something in the way she moves”, “Yesterday” in omaggio a Paul McCartney, “Mexico”, “Your smiling face”. Al termine, il pubblico si riversa sotto il palco a caccia di autografi e strette di mano. Concerto da ricordare.
Carlo Argiolas