Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

LA BEFFA La macchina del turismo? Non risponde alle email

Fonte: Sardegna Quotidiano
9 marzo 2012

 

LA STORIA Un grosso tour operator tedesco scrive ai responsabili di Provincia, Comune e Regione per portare i turisti in città: nessuno risponde e dopo 2 mesi di silenzio annulla il pacchetto

Si fa presto a dire Turismo. Nel senso di promozione turistica in Sardegna. Ancora più facile concionare del “fare sistema” tra enti, associazioni e operatori a vario titolo operanti nel comparto che nell’Isola, così sostengono in tanti, dovrebbe diventare un’industria fatta di sole, mare, montagna, profumi, saperi e sapori. Ecco un esempio di come vanno le cose e il business. Un tour operator tedesco (il nome non è segreto ma è meglio non fare troppa pubblicità alla sua agenzia) ha voluto mettere alla prova la velocità di risposta del famigerato sistema dell’acco - glienza sarda.

Ha avvertito della sua intrapresa due operatori sardi e ha detto loro: «Guardate un po’, ora io scrivo a Regione, Provincia e Comune di Cagliari e vi dimostro quanto sia difficile lavorare il “prodotto”Sardegna » . Detto, fatto. Tra l’11 e il 12 gennaio spedisce una email ai seguenti indirizzi: mauro.cadoni@ provincia.cagliari. it; b.argiolas@comune.cagliari.it; tur.assessore. staff@ regione. sardegna. it. Sono questi i recapiti istituzionali del dirigente del Turismo della Provincia di Cagliari, dell’assessore del Comune di Cagliari e dell’ufficio dell’assessore regionale, Luigi Crisponi (al quale invia anche una email al suo indirizzo personale).

Nel messaggio (scritto in inglese) il tour operator tedesco spiega che deve realizzare un catalogo entro il mese di aprile per organizzare pacchetti ad hoc con destinazione Cagliari e la zona Sud dell’Isola. Queste le richieste: «Esiste la possibilità di azioni di comarketing?»; «Potrei avere alcune brochure in lingua tedesca su gastronomia, cultura, eventi?»; «Avete guide turistiche in tedesco e se sì quante copie potete inviarmi?»; «Quali son le principali attrazioni della città e dei paesi turistici vicini?»; «Qual è la situazione dei collegamenti nell’area con bus e treni?»; «Quanti voli aerei ci sono tra la Sardegna e la Germania?»; «Potrei avere indicazioni sui prezzi e le frequenze delle navi Saremar e qual è la commissione riservata agli agenti di viaggio?». Prima dei saluti di rito e dei ringraziamenti anticipati la precisazione: «Potrei essere a Cagliari per una visita alla città nel mese di febbraio e sono a disposizione per approffondire di persona ogni singolo dettaglio». Risposta dalla Sardegna turistica? Nessuna. Ma il tedesco insiste e fa un secondo rinvio email, ai medesimi indirizzi e con le stesse rischieste di informazioni, lo scorso 8 febbraio. Ma niente di nulla.

Neppure un cenno dalle caselle di posta elettronica di Regione, Provincia e Comune. La spam (i messaggi parcheggiati un passo prima del cestino non c’entrano) e così il tedesco dopo un altro mese di silenzio chiama i suoi due operatori sardi che speravano nell’arrivo dei suoi turisti: «Ho vinto la scommessa e voi avete perso i clienti». A niente vale rabbonirlo indicandogli i siti istituzionali dove potrebbe recuperare indicazioni e addirittura “organizzare il suo viaggio”. I tedeschi, si sa, non sono teneri e a niente serve consegnargli l’ultima guida all’ospitalità editata dalla Provincia “De Casteddu”. È pure multilingue. Nelle pagine uno e due e nella parte finale dove ci sono le istruzioni per l’uso (manco fosse una medicina). «Sì, ma le informazioni su hotel e prezzi sono solo in italiano - dice l’agente ». «Come si fa a capire alta stagione, apertura da giugno a settembre, o doppia bassa stagione? - insiste ». Poco male: per mangiare sardo c’è un sorriso, lo smile arancione che vuol dire che i menu sono fatti con i prodotti della nostra terra. «Bene, e quante sono le strutture che hanno lo smile?». Quattordici hotel su 192 nell’intera Provincia, cioè 1.030 posti letto su 25.107 totali. Bravi. Un sorriso. Foto ricordo. Arrivederci Sardegna. Saluti agli assessori del Turismo. E anche ai Crucchi in visita al Sud. Antonio Moro