Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Taglio Ici, i Comuni battono cassa

Fonte: L'Unione Sarda
30 settembre 2008


I sindaci sardi chiedono allo Stato rimborsi per 40 milioni

Allarme Ici nei Comuni sardi. Secondo l'Anci, con il taglio della tassa mancano all'appello 40 milioni.
L'abolizione dell'Ici rischia di lasciare vuote le casse dei Comuni. «Un taglio di 1,5 miliardi di euro», fa i conti l'Anci, l'associazione che li riunisce e chiede un decreto urgente salva-risorse, perché lo Stato compensi con uguali trasferimenti la cancellazione della tassa. In Sardegna, la fetta di finanziamenti che manca all'appello dei sindaci si aggira sui 30-40 milioni. I dettagli sono scritti in un'indagine del Sole 24Ore, che mette nero su bianco le stime dei buchi. Su Cagliari, i minori trasferimenti governativi potrebbero raggiungere quota 5.751.000 euro. A Sassari la somma calcolata è ci 3.559.000, a Nuoro 1.143.000 euro. Seguono Carbonia a meno 891mila euro, Oristano con una possibile riduzione di 830mila euro e infine Olbia, che potrebbe non vedere 755mila euro.
IL QUADRO I primi cittadini dell'Isola, però, non tradiscono preoccupazione, eccetto Tore Cherchi, che guida il Comune di Carbonia e presiede l'Anci Sardegna. «Lo Stato deve versare le somme dovute», dice. Ma questi soldi, che oggi dovrebbero coprire il mancato introito, sono stati tolti ai Comuni già due anni fa dal governo Prodi, che a fine 2006 allargò il pagamento dell'Ici agli immobili rurali (passati al catasto urbano col decreto legge Visco-Bersani) proprio per ammortizzare il colpo sui bilanci comunali. L'Ici rurale avrebbe dovuto compensare per 609 milioni nel 2007 e 784 milioni nel 2008, le minori risorse statali. «Non è successo», sottolinea Cherchi, «il gettito prodotto non ha superato i 100 milioni». Si è aggiunta la Finanziaria 2007 (sempre esecutivo Prodi) che ha ridotto il budget della politica locale. Ma a fronte di un abbassamento della spesa calcolato in 313 milioni, i risparmi reali si sono fermati a 30 milioni. Quest'anno, con Berlusconi e il centrodestra a Palazzo Chigi, è arrivata l'abolizione dell'Ici sulla prima casa, la tassa più odiata dagli italiani. Ma non dai sindaci: «Ciò corrisponde a un'ulteriore sforbiciata sulle risorse destinate agli enti locali", ammonisce Cherchi. Una settimana fa, l'Anci nazionale ha chiesto al Governo di varare un decreto urgente «per mettere a bilancio quell'1,5 miliardi di euro tolto ai Comuni, ma il provvedimento non è stato preso».
Di certo, per tutte le amministrazioni locali, oggi scade il termine per certificare l'esistenza degli equilibri di bilancio. L'operazione è obbligatoria e serve a dimostrare che i conti sono a posto, visto che i Comuni, per legge, devono chiuderli in pareggio. Ma i mancati introiti sull'Ici rischiano di sballare i bilanci.
CAGLIARI Stando alle stime del Sole 24ore, Cagliari perderà 2.878.000 con l'Ici sugli immobili rurali, più 1.039.000 euro per il taglio sui costi della politica e 1.834.000 derivanti dall'abolizione della tassa sulla prima casa. In totale, 5.751.000 euro. Dice il sindaco Emilio Floris. «Noi confidiamo che i soldi arrivino. Non sarebbe pensabile, per amministrare Cagliari, fare a meno di una cifra così importante, necessaria a coprire la manutenzione della città, come le strade, o interventi di edilizia popolare». Il primo cittadino, tuttavia, ribadisce «il valore del taglio sull'Ici per la prima casa, varato dal governo Berlusconi. Non è giusto tassare un bene comprato col frutto di tanti sacrifici». Nei dettagli dei conti entra l'assessore alla Programmazione, Ugo Cappellacci. «Sulla prima casa il nostro Comune incassva dieci milioni, su un totale di entrate Ici pari a trenta milioni». Entro il 16 dicembre, a Cagliari dovrà arrivare un trasferimento statale di uguale importo, come ha stabilito il Governo. Cappellacci assicura: «Essendo Cagliari un Comune virtuoso, non abbiamo problemi di cassa».
SASSARI Ammonta a 3.559.000 euro il possibile taglio su Sassari. Così diviso: 1.781.000 euro per l'Ici sugli immobili rurali, 643.000mila per la riduzione dei costi della politica e 1.135.000 per l'Ici sulla prima casa. «Da Roma è già stato trasferito il primo 50 per cento, pari a 4.560.000 euro», spiega l'assessore alle Finanze Luciano Chessa, «aspettiamo adesso la seconda tranche». Per il sindaco Gianfranco Ganau, l'abolizione della tassa sulla prima casa è «un'operazione condivisibile, se gli enti locali vengono realmente compensati con pari risorse. Diversamente non sarebbe pensabile garantire ai cittadini l'erogazione dei servizi».
NUORO Sul fronte barbaricino, il buco di cassa potrebbe valere 1.143.000 euro. Di cui 572mila per l'Ici sugli immobili rurali, 206mila per la riduzione dei costi sulla politica e 364mila euro con l'abolizione della tassa sulla prima casa. Sottolinea il sindaco Mario Demuru Zidda. «È chiaro che i dati devono essere sottoposti a una diversa lettura. Fa impressione che Roma perda 71.950.000 euro. Ma se rapportiamo questa cifra al numero di abitanti, ci accorgiamo che il taglio procapite è di 26,65 euro, contro i 30,89 euro che ricadrebbero sui nuoresi».
ALESSANDRA CARTA

30/09/2008