Rapporti tesi tra Stato e Comuni
Giuseppe Deiana
La guerra è tra Stato e Comuni, ma a pagarne sono i contribuenti. L'Imu, l'imposta municipale unica, che andrà a sostituire la vecchia Ici, va maneggiata con cura. Potrebbe rivelarsi una pistola puntata contro i sindaci e di conseguenza contro i proprietari di immobili, dalle case fino ai negozi.
La ragione è semplice: il Governo Monti ha anticipato l'entrata in vigore dell'Imu, imponendo anche di tassare le prime case. Ma ha anche deciso che il 50% del ricavato finisca direttamente nelle casse dello Stato e solo una parte, dunque, rimanga ai Comuni, che peraltro devono fare i conti con tagli pesanti, oltre che con la tanto contestata tesoreria unica (che garantiva interessi consistenti versati agli enti dalle banche e utili per incrementare le entrate). Di conseguenza, se le entrate devono essere almeno pari a quelle degli anni passati, non ci sono molte strade da percorrere, se non quella di modulare le aliquote a seconda delle categorie che si vuole cercare di tutelare. Per cui potrebbe succedere che venga aumentata l'aliquota per i negozi (che già sono tartassati da tassa sull'ombra e altri balzelli) oppure quella sulle seconde case date in affitto (e che quindi già garantiscono un gettito dalla cedolare secca), per ridurre invece le imposte sulle abitazioni principali.
In ogni caso, qualsiasi scelta venga fatta dai Comuni, ci sarà sempre qualcuno tartassato e non poco. Gli enti locali dovranno far quadrare i conti e lo faranno colpendo le prede più facili da intrappolare. E tassare la casa non è molto difficile. Anzi.