VIALE LA PLAIA.
Gli “inquilini” stanno lavorando per ripulire l'area delle Fds
Il dramma di tre famiglie nel palazzo occupato
Vedi tutte le 3 foto Da dieci giorni hanno occupato un edificio abbandonato da anni delle Ferrovie dello Stato, in viale La Plaia, e si sentono talmente a casa loro che pian piano stanno risistemando sia i locali che il giardino antistante.
Prosegue l'occupazione delle tre famiglie, tutte con figli, che per disperazione hanno deciso di entrare nei locali delle Fds, e che non hanno la minima intenzione di andarsene dalla struttura, almeno per ora. Ieri gli agenti della Polizia ferroviaria e della Scientifica hanno effettuato un sopralluogo sul posto, e i nuovi inquilini hanno ribadito le loro intenzioni: vogliono semplicemente garantire un tetto ai loro bambini, anche perché il Comune non ha potuto aiutarli a trovare una sistemazione adeguata.
IL SOPRALLUOGO Gli agenti si sono presentati ieri davanti all'edificio di viale La Plaia dopo esser state state informate che la struttura aveva subito delle modifiche. Il muro che era stato eretto e che copriva uno dei portoni che permette di entrare nel palazzo, infatti, è stato rimosso. Un cambiamento che non è passato inosservato, e che sarà di conseguenza segnalato alla Procura.
I LAVORI Eppure gli inquilini che si sono sistemati all'interno dell'edificio delle Ferrovie dello Stato stanno rimettendo a posto tutto, offrendo tutto sommato un utile servizio alle Ferrovie, che per anni non si sono occupate di quell'area. Le famiglie, sia gli uomini che le donne, si stanno impegnando al massimo per rendere vivibile un luogo dove fino a qualche giorno fa regnava il degrado più totale. Il piano terra, che era praticamente inaccessibile, è stato ripulito, così come è visibilmente migliorata la situazione del giardino di fronte, sempre di proprietà dell'azienda di trasporti.
GLI INQUILINI Abitano nel palazzo sei adulti e quattro bambini. «Ora però chiediamo che venga attaccata l'acqua - fa sapere Ignazio Cao, disoccupato - ovviamente le bollette le pagheremo noi, ma all'allaccio ci devono pensare i proprietari della struttura».
Alessandro Sollai, disoccupato, è sposato e ha un figlio di 15 mesi: «Stiamo ripulendo tutto. Quelli delle Fds dovrebbero essere contenti secondo me, perché stiamo ripristinando una zona che fino a poco tempo fa era in condizioni disastrose. Abbiamo cambiato anche le serrature delle porte».
Andrea, che come gli altri si è sistemato nel palazzo con la moglie e i due figli piccoli, è l'unico che ha un contratto di lavoro, da circa due anni, e assicura che se l'amministrazione comunale offrirà loro una sistemazione alternativa se ne andranno via da là immediatamente: «D'altronde dobbiamo garantire ai nostri bambini un tetto - dice - purtroppo bisogna dire che per adesso il Comune non ha fatto niente per noi».
Piercarlo Cicero