Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

DEL COLLEGIO Moschea negata l’ira dei musulmani contro il sindaco

Fonte: Sardegna Quotidiano
5 marzo 2012

 

«Il sindaco Massimo Zedda ci aveva promesso uno spazio per pregare il venerdì, ma ancora non abbiamo ricevuto niente». La comunità musulmana, torna a protestare per la mancanza di un luogo di culto che possa accogliere tutti i fedeli (circa 900). La moschea di via del Collegio, nel quartiere della Marina, è troppo piccola. Cinquanta metri quadri, senza finestre, dove ci stanno al massimo 150 persone. Per questo, in molti sono costretti a pregare fuori, occupando la strada con teloni e tappeti. «Abbiamo chiesto un locale in affitto per almeno quattro ore per il venerdì, sembrava una cosa fattibile», ha spiegato Sulaiman Hijazi, responsabile della moschea, «dal Comune ci dicono di aspettare ma il tempo passa, siamo arrabbiati perché nel frattempo in tre mesi abbiamo perso un centinaio di fedeli, le donne non vengono più a pregare». «Il comune ci deve dire se c’è uno spazio per noi, io vorrei che si occupasse del problema anche il presidente Cappellacci e la presidente della Provincia Angela Quaquero», ha continuato Hijazi. «È un incubo qua il venerdì», sbotta Alessio Venerdiano, che lavora nel catering che ogni giorno fornisce la scuola media “Manno”, poco più avanti della moschea, «non so come facciano gli abitanti», dice mentre cerca di non disturbare la preghiera dei fedeli. «Noi andiamo a pregare in chiesa, non in strada», dice Ada Boi, mentre stende i panni, «per noi è un disastro, dovrebbero avere degli spazi adeguati». «Starebbero più comodi in uno spazio adibito alla preghiera », dice Valerio Contini, mentre attende che i fedeli finiscano di pregare per spostare la sua macchina parcheggiata vicino alla piccola moschea. «Il Comune potrebbe dargli l’Auditorium», ha proposto un residente che precisa, «i problemi sono altri, il quartiere chiede più sicurezza notturna». E proprio per non disturbare la scuola media, i musulmani hanno spostato l’orario di preghiera, «così andiamo contro la nostra religione », ha detto Hani Ramahi, un membro della comunità. Monica Magro