Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Germano e la rabbia di Céline

Fonte: La Nuova Sardegna
5 marzo 2012

Cagliari, l’attore e Teardo insieme in un originale reading da «Viaggio al termine della notte»



Un incontro palpitante di forti emozioni tra musica e parola




WALTER PORCEDDA

CAGLIARI. Ha la profondità del buio, come lo spazio vuoto degli interrogativi senza risposte sull’eterna insoddisfazione dell’uomo. Un nero profondo come evoca il suo titolo, «Viaggio al termine della notte», romanzo capolavoro di Ferdinand Céline, scritto nel 1932, proposto nei giorni scorsi in un’insolito reading, tra musica e parola al Massimo, ospite del cartellone della Stagione del Teatro di Sardegna, da Elio Germano, Theo Teardo in compagnia della violoncellista Martina Bertoni.
Un’opera, quella di Céline, che immediatamente in Francia, incontrò un immediato successo. Opera dai tratti oscuri, al di là del bene e del male, attraversata da cinico e pessimistico distacco possiede i segni dell’innovazione narrativa per l’uso diffuso della lingua parlata (fa ricorso spesso all’«argot», slang parigino) che influenzò largamente la produzione successiva transalpina. Il «Viaggio» è un racconto scritto da chi ha vissuto il dramma della Grande Guerra conoscendone ovviamente l’influenza nefasta negli uomini come la sua catastrofica furia distruttrice.
Punti di partenza dolorosi questi, per una discesa verso un distacco dal mondo del suo personaggio-alter ego dello scrittore e io narrativo, Ferdinand Bardamu.
Un’opera cioè di forte pessimismo dove dietro le parole intrise di acida ironia sembra cogliersi una sorta di desencanto nichilista che identifica un’epoca, quella europea degli anni Trenta, nel momento di passaggio e preparazione ad un’altra terribile tragedia.
È in questa atmosfera di strisciante ed esasperante «no future», molto probabilmente, la fascinazione che ha ispirato Elio Germano, uno dei nostri migliori attori contemporanei di cinema e teatro (la scorsa stagione presentò un intenso «Thom Pain») nella sua personale discesa nel cuore cupo di Céline con un compagno di viaggio straordinario qual’è il musicista e producer - uno dei più innovativi e originali in Italia - che risponde al nome di Theo Teardo.
Già leader della superba formazione dei MeatHead, da oltre un decennio Teardo è uno stimatissimo e raffinato compositore di apprezzate colonne sonore per film (e i due peraltro si sono incontrati sul set di «Il passato è una terra straniera» di Daniele Vicari) come «La ragazza del lago» di Andrea Molaioli e «Il divo» di Paolo Sorrentino.
L’incontro tra questi due artisti, con la presenza preziosa in scena della violoncellista Marina Bertoni, ha prodotto cinquanta minuti di corpo a corpo tra musica e parola palpitanti forza e poesia. Una scena scarna occupata nella semioscurità da un tavolino illuminato da un abat jour mostra Germano intento a scorrere nervosamente le pagine che, lette, vengono lasciate cadere a casaccio per terra. Alla sua destra Teardo con la chitarra e le attrezzature dà vita a nervosi live electronics, suoni rock di distillato e convolgente noise.
Il reading del «Viaggio» propone così una lettura obliqua dell’opera, ripercorsa in uno scambio fecondo tra parola e suono, per fremiti, distorsioni vocali e note. Parole che, spogliate da qualsiasi riferimento a plot narrativi, diventano pietre lanciate nel vuoto. Ed evocano una rabbia punk furibonda contro il sistema. Un urlo disperato nel buio di un viaggio al termine della notte.