Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Blitz contro le telecamere nascoste

Fonte: L'Unione Sarda
29 settembre 2008

Ispezione delle fiamme gialle condotta su richiesta del Garante per la privacy: molte registrazioni sarebbero abusive

Nel mirino le installazioni per la videosorveglianza

Controlli a tappeto anche in città della guardia di finanza: obiettivo, scoprire telecamere installate abusivamente nei luoghi pubblici.
Al bar, mentre giriamo il cucchiaino nella tazzina di caffè. Oppure in fila davanti ad una pompa di benzina. All'uscita dal supermarket e dal tabaccaio. O durante una passeggiata, sui marciapiede del centro: le telecamere installate a guardia di enti pubblici, attività commerciali e condomini privati a Cagliari potrebbero sfiorare il migliaio. E non tutte sono regolari.
La Guardia di finanza nei giorni scorsi ha portato a termine diversi sopralluoghi su richiesta del Garante della privacy, sulla scia delle indagini che hanno coinvolto molti comuni italiani. Così le fiamme gialle si sono messe a controllare un business che in tutta la nazione ha un fatturato di 1.700 milioni di euro all'anno. Secondo le stime dell'Authority, entriamo nel campo di ripresa di una telecamera ogni cento metri. Orwell, in fondo, non era andato poi così lontano con l'immaginazione.
VIDEO ILLEGALI Negli ultimi anni la smania per la videosorveglianza (gli impianti si possono acquistare a prezzi d'occasione, spesso sotto i cento euro) ha creato una rete di telecamere che tiene sotto controllo 24 ore su 24 strade, portici, tavolini e scaffali della città.
Circa 200 obiettivi sono collegati ai monitor degli istituti privati di vigilanza cagliaritani.
Roberto Fadda, direttore commerciale della “Tiger” (che sorveglia 60 tra enti pubblici, grandi magazzini e negozi), teme l'improvvisazione in un settore delicato per la privacy: «C'è molto fai-da-te in giro, alcune ditte spregiudicate non tengono conto di certi limiti. L'errore ricorrente? Molte telecamere vengono occultate: invece devono essere ben visibili e un cartello deve avvisare che l'area è sotto sorveglianza. In tutta la città ci saranno un migliaio di obiettivi». Ma le scorrettezze - che in molti casi sconfinano nell'illegalità - non si fermano qui: zoom ingiustificati e registrazioni conservate per mesi sono solo due possibili irregolarità che costano, in caso di denuncia, multe e una pena fino a due anni.
IL CENSIMENTO La Prefettura sta portando avanti un censimento degli occhi elettronici: entro il 30 settembre le associazioni di categoria (Confcommercio, ad esempio) e gli istituti di sicurezza dovranno comunicare agli uffici di piazza Palazzo il numero di videocamere e il tipo di impianti (con o senza registrazione, collegamento alle agenzie di security) presenti in città. In realtà la normativa è semplice: per installare una telecamera non è necessaria nessuna autorizzazione: basta esporre il cartello «Attenzione, area video sorvegliata». Ma non tutti lo fanno.
«C'è un altro obbligo, dettato dall'articolo 4 dello statuto dei lavoratori: non si possono utilizzare mezzi audiovisivi per sorvegliare i dipendenti», ricorda Giuseppe Scura, direttore della Confcommercio.
SOTTO CONTROLLO «Le categorie che utilizzano le telecamere sono quelle più esposte al pericolo di rapina: gioiellerie, banche, farmacie, market e benzinai». Ma alla lista si aggiungono anche i parcheggi, gli istituti pubblici. E le strade. Oltre ai 26 occhi elettronici puntati sui varchi delle 4 Ztl cittadine, altri 10 obiettivi sono stati installati dalla polizia municipale per tenere sotto controllo il traffico. Così le zone centrali (piazza San Benedetto, via Roma e piazza Repubblica, tanto per citarne qualcuna) sono sorvegliate costantemente. E noi insieme a loro.
MICHELE RUFFI

27/09/2008