Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

È crisi, il gamberone può attendere

Fonte: L'Unione Sarda
29 settembre 2008

San Benedetto. Al banco delle carni la salsiccia e le pancette vengono preferite al filetto: «Costano meno»

Cambia la spesa: nella lista pesce surgelato e ali di pollo

Salsiccia e pancette di maiale al posto di sua maestà il filetto, pesce surgelato preferito a quello appena scaricato dai pescherecci.
I gamberoni brillano un po' di meno ma sul cartellino c'è scritto sempre «mazzancolle grandi». E pazienza se sono surgelati: un chilo costa 15 euro. Per averli freschi, in tempi di fermo biologico e rincari selvaggi, serve un budget doppio. Anche l'aragosta cubana congelata non è poi così tanto diversa da quelle pescate ad Alghero. Poi con 25 euro l'effetto placebo è garantito. La malattia in realtà è epidemia e si chiama crisi economica: per curarla, i cagliaritani hanno dovuto cambiare la dieta e quindi la spesa di tutti i giorni. Salsiccia e pancette di maiale al posto di sua maestà il filetto, pesce surgelato preferito a quello appena scaricato dai pescherecci. E la riabilitazione delle ali di pollo, un tempo merce di quarta classe, ora «ottime con i peperoni o con i funghi», come consiglia Marisa Anni, professoressa in pensione, diventata una professionista della spesa impossibile. Ovvero quella fatta con «200 euro al mese, perché il resto della pensione se ne va in bollette e medicine». Allora non c'è da stupirsi se al sottopiano del mercato di San Benedetto da tempo c'è chi ha occhi solo per il banco dei surgelati e snobba (forzatamente) le spigole e le orate fresche.
FRITTURA TRISTE «Nell'ultimo anno abbiamo registrato un aumento dei clienti, è vero. Ma con la crisi, la gente fa acquisti più risicati. C'è chi compra solo mezzo chilo di fritto misto e magari prima prendeva due o tre chili alla volta. Perché è vero che i prodotti surgelati costano meno dei freschi, ma anche nel nostro settore ci sono stati aumenti: prima la frittura costava sei euro, ora sette e cinquanta. I rincari di corrente e gasolio influiscono molto sui prezzi», racconta Salvatore Soddu, titolare di un box di surgelati. Dove gamberoni, cozze e merluzzi arrivano coperti di ghiaccio, ma costano meno.
TRIONFO DI SALSICCE Dal macellaio il discorso non cambia: pochi si avventurano nell'acquisto del filetto e della carne di cavallo, tanti preferiscono la salsiccia, più economica. E in fondo è sempre carne, ma costa 5 euro. Le pancette di maiale ancora meno: «Quattro euro e sessantacinque», precisa Maurizio Loi, «sono tra i tagli più economici. E anche tra i più acquistati: la carne di maiale ha gli stessi prezzi dagli anni '90, non è aumentata. E allora è la preferita in tempi di crisi».
Il 2007 e il 2008 sono stati due anni orribili: «Mai vista una crisi del genere: la qualità è passata in secondo piano e tutti preferiscono la carne meno costosa pur di non spendere troppo. Altrimenti certe famiglie non riuscirebbero a mangiare tutti i giorni», aggiunge il titolare del box affianco.
Ma la tecnica di sopravvivenza più diffusa è quella della spesa razionata: tre-bistecche-tre e non un grammo di più, acquisti di giorno in giorno senza fare scorte per la settimana. Conseguenza diretta: ieri, a mezzogiorno e qualcosa, molti banchi erano ancora pieni di frutta, agnelli, tranci di salmone e seppiette fresche. E in mezzo ai banchi del pesce spiccava una ricciola presa a traina. «Costerebbe più di cento euro», riferiscono i pescivendoli, «ma non è in vendita». Meglio: se la sarebbero potuta permettere in pochi.
MICHELE RUFFI

28/09/2008