Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Rigore, mannaia sul Comune

Fonte: La Nuova Sardegna
24 febbraio 2012



L’amministrazione dovrà recuperare trentuno milioni



La Giunta punta a eliminare gli sprechi sugli affitti, a razionalizzare il sistema energetico e a incassare i crediti

ROBERTO PARACCHINI

CAGLIARI. Le casse comunali piangono per trentuno milioni di euro. Questa la cifra che la Giunta guidata da Massimo Zedda dovrà trovare per risistemare (dopo i tagli) il bilancio di quest’anno, con l’obiettivo di non toccare i servizi essenziali.
I trentuno milioni di “ammanco” sono stati provocati dalle Finanziarie della seconda metà del 2011 per ventitrè milioni e dai vincoli del patto di stabilità per altri otto. I dati sono stati recentemente comunicati dalla Giunta ai capi gruppo del Consiglio. «A questo punto il nostro problema - sottolinea Davide Carta, responsabile del Pd in assemblea municipale - è quello di rientrare della cifra mancante senza toccare i servizi essenziali, soprattutto quelli delle Politiche sociali, nè altre voci che possano intaccare le famiglie e le imprese». Ma come fare? «Puntando a limitare gli sprechi e intervenendo su alcune voci», continua Carta.
In particolare l’esecutivo cercherà di intervenire su alcuni tagli alla spesa corrente (per quattro milioni). Saranno, ad esempio, eliminati tutti gli affitti di locali che possono essere sostituiti con altri di proprietà del Comune. In questi giorni, ad esempio, si sta finendo di chiudere il rapporto di locazione col palazzo D’Oglio, che incideva sulle casse comunali per 530mila euro all’anno. In secondo luogo saranno messi sotto la lente d’ingrandimento tutte quelle uscite per premi e feste di vario tipo «di cui la Giunta precedente era molto generosa», sottolinea Carta.
Si interverrà, poi, anche sulle spese energetiche. Nella passata consiliatura più volte Ninni Depau (Pd, oggi presidente del Consiglio) aveva lamentato la mancanza di fonti rinnovabili. Le uscite per questa voce sono di sette milioni e mezzo all’anno, di cui oltre due milioni solo per l’illuminazione stradale che «invece potrebbe essere ridotta con l’utilizzo di lampade a basso consumo». Stesso discorso per i palazzi del Comune dove potrebbero essere inserite fonti rinnovabili come nella piscina di Terramaini dove non erano state previste, a fronte di forti consumi per il riscaldamento dell’olimpionica, fonti alternative.
Un’altra voce riguarda il recupero crediti per i tributi locali. La tassa per i rifiuti, ad esempio, viene evasa da circa il venti per cento degli utenti. Un sensibile risparmio potrebbe poi essere ottenuto raggiungendo i livelli stabiliti di raccolta differenziata. «In questo modo - precisa Carta - eviteremmo di pagare le penalità». Attualmente il Comune smaltisce il 35 per cento di differenziata, a fronte di un obiettivo obbligato del 65.
Infine c’è l’Imu (l’ex Ici) da cui - tra le vecchie tasse e quelle nuove- dovranno essere ricavati 76 milioni, dei quali 23 dovranno andare allo Stato (secondo le disposizioni delle norme “salva Italia”). «Ma anche in questo caso l’obiettivo è non pesare sui ceti meno abbienti e sulle imprese».