Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Vogliamo fidarci di Napolitano, ma ora aspettiamo fatti concreti»

Fonte: L'Unione Sarda
23 febbraio 2012

Politici, sindacalisti e imprenditori conquistati dalla disponibilità
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«Di Napolitano possiamo e vogliamo fidarci». Le parole di Francesca Barracciu sintetizzano bene l'opinione diffusa nella politica sarda all'indomani della visita del Capo dello Stato in Sardegna. Del resto non era scontato che il presidente della Repubblica, «figura di garanzia» come lui stesso ha ricordato, assumesse l'impegno di «alzare la voce» con il Governo per difendere un diritto acquisito dai sardi: l'applicazione dell'articolo dello Statuto speciale che riconosce all'Isola i sette decimi delle entrate tributarie.
 

OTTIMISMO Un diritto che vale 800 milioni all'anno e che Claudia Lombardo gli ha voluto ricordare in Aula, a nome di tutta l'Assemblea. Per questo anche ieri il presidente del Consiglio regionale manifestava soddisfazione: «Napolitano ha ammesso che la Sardegna è in crisi più delle altre regioni ed ha visto che tutto il Consiglio si è rivolto a lui per avere riconosciuti diritti acquisiti, in particolare l'applicazione del novellato articolo 8 dello Statuto speciale. Le risorse che ci spettano», ha evidenziato Lombardo, «sono importanti per affrontare l'emergenza, creare sviluppo e dare un segnale ai sardi. Ora attendiamo l'emanazione delle norme di attuazione da parte del governo, condizione imprescindibile e pregiudiziale per il prosieguo di ogni confronto».
 

LE NORME DI ATTUAZIONE Un concetto espresso anche dal leader consiliare del Pd Giampaolo Diana : «Spero che l'impegno assunto si traduca immediatamente in fatti concreti. Del resto non c'è nient'altro da fare che portare in Consiglio dei ministri le norme di attuazione approvate dalla conferenza Stato-Regione e dal Consiglio regionale». Luciano Uras , capogruppo di Sel in Consiglio regionale, ammette di essere stato scettico sugli effetti pratici della visita ma di essersi ricreduto. E sottolinea il fatto che Napolitano ha chiarito che lo Stato non può fare tutto richiamando la classe dirigente sarda ai suoi doveri. «Noi, approvando norme importanti all'unanimità, lo stiamo dimostrando». Curiosamente è lo stesso concetto che esprime Alberto Scanu , presidente della Confindustria della Sardegna meridionale: «Non possiamo contare solo sullo Stato: bisogna che la classe dirigente sarda si dia una mossa e si assuma le sue responsabilità». Secondo Scanu, «la visita del presidente ha posto la crisi sarda al centro dell'attenzione nazionale e questo per le imprese è un fatto negativo». Il segretario della Cisl sarda Mario Medde auspica «un intervento tempestivo ed efficace del presidente per sbloccare le questioni poste dal sindacato», ma conferma lo sciopero generale del 13 marzo «per tenere alta la guardia e per garantire un pressing verso il governo».
 

ATTENZIONE PER IL NORD Sull'intercessione del presidente della Repubblica conta anche il sindaco di Sassari Gianfranco Ganau che a Napolitano ha ricordato che «è necessario colmare quel deficit infrastrutturale necessario per riconvertire il modello industriale che ha sostenuto il territorio negli ultimi decenni. Un territorio che non a caso oggi è il più in crisi in una Regione in crisi».
LUSSO DELL'OTTIMISMO C'è ottimismo diffuso, insomma, «l'unico lusso che ci possiamo permettere», secondo Barracciu. Per la consigliera regionale del Pd «dopo tre anni persi da Cappellacci al seguito delle false promesse del Governo Berlusconi ai sardi, dal massimo garante della Costituzione è finalmente arrivato l'impegno verso tutti i sardi a far rispettare al governo i diritti sanciti da legge nazionale».
Fabio Manca