Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Niente cremazioni per altri sei mesi

Fonte: L'Unione Sarda
29 settembre 2008

Cimitero. Complicato sostituire solo la cappa. In funzione un impianto a La Maddalena

Forno fuori norma, gara d'appalto per costruirne uno nuovo

Il forno crematorio doveva rientare in funzione a breve: bisogna aspettare altri sei mesi.
L'eterno riposo? Un lusso, a Cagliari. Soprattutto se il caro estinto aveva espresso il desiderio di essere cremato. Sono ormai sei mesi che il vecchio forno crematorio (fuori norma) è spento, e prima che entri in funzione quello nuovo (ancora da costruire) ne serviranno altri sei. Il Comune aveva, sì, promesso di risolvere tutto entro questo mese, rifacendo la cappa alla modica (?) cifra di 60 mila euro. Un mese fa, però, ha cambiato rotta: meglio, tanto per il sindaco Emilio Floris quanto per la commissione Pianificazione servizi, sfidare il nuovo piano paesaggistico regionale, nel quale il cimitero comunale risulta catalogato fra i «beni identitari», e costruire un nuovo forno, confidando, spiega l'assessore Gianni Giagoni, che le esigenze di «igiene e pubblica attualità» siano più forti dei vincoli.
Nell'attesa, alla famiglia che patisce un lutto non resta che far cremare la salma altrove (posto più gettonato: Livorno), spendendo (fra trasporto e servizio cimiteriale) tra i 1.000 e 1.500 euro. Contro i 290,43 che si spendevano fino alla metà dello scorso aprile, quando i carabinieri del Noe, normative europee alla mano, si presentarono a San Michele e misero i sigilli al vecchio impianto, troppo fumoso per i nuovi parametri. «Personalmente», butta lì l'assessore Giagoni, «sono favorevole a che l'amministrazione comunale partecipi alle spese». Sarebbe a dire, assessore, tirar fuori dalle casse municipale i 1.200 euro di differenza? «Penso a un contributo», risponde il responsabile della Pianificazione dei servizi: «Ma bisogna vedere cosa ne pensa il consiglio».
Forse non molti sanno che, da quest'estate, c'è un'alternativa. In Sardegna è entrato in funzione un altro forno crematorio: quello di La Maddalena (per contatti, è possibile chiamare il centralino del Comune insulare al numero 0789/790600 o il cimitero civico al numero 0789/790647).
Ma ricostruiamo le tappe della vicenda del forno cagliaritano.
Aprile 2008: chiusura cautelativa del vecchio impianto. Dopo un sopralluogo, il Noe dichiara che l'autorizzazione rilasciata anni fa dalla Regione non è più valida: i parametri sulle emissioni di fumi sono cambiati, e il vecchio forno non li rispetta. Il Comune, «in via cautelativa», ferma l'impianto e affida a un'azienda specializzata il compito di verificare i livelli di emissione. L'esito è negativo. L'impianto resta chiuso. Ed è una botta: la cremazione, in Sardegna, è sempre più diffusa, soprattutto perché tumulare un'urna cineraria costa meno che tumulare un sarcofago tradizionale. Dati: nel 2001 le cremazioni nell'Isola erano state 90, nel 2007 si erano raggiunte le 360. Il quadruplo.
Giugno 2008: il cimitero di San Michele è inserito nell'elenco dei beni «identitari» tutelati dal Piano paesaggistico regionale. In pratica, vietato costruire: sia nuovi loculi che il nuovo forno. Il Comune, che già lavorava all'ipotesi e aveva individuato 545 mila euro da destinare ai lavori, blocca tutto e ripiega su un progetto alternativo: rifare solo la cappa, in modo da ridimensionare le emissioni fuori norma. In quell'occasione, l'assessore Giagoni promette: «Il problema sarà risolto entro ottobre».
Ottobre è dopodomani. Allora, assessore? «Ci vorranno altri sei mesi». Come mai? «Il mese scorso, sindaco e commissione Pianificazione servizi hanno deciso, su indicazione degli uffici comunali, di battere la strada della gara d'appalto». Nuovo forno, quindi: e il Piano regionale? «Riteniamo che i vincoli del Ppr possano essere superati in virtù delle ragioni di pubblica utilità e di igiene». Non era più facile rifare la cappa? «No: si sarebbero dovuti pronunciare sia gli uffici della Provincia sia quelli della Regione. Prevedevamo difficoltà». Quindi, gara d'appalto. Se ne riparla a fine marzo.
MARCO NOCE

29/09/2008