Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Una pañolada in nero per uno stadio vero»

Fonte: L'Unione Sarda
21 febbraio 2012

La protesta dei tifosi al Sant'Elia promossa da un gruppo su Facebook
 

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Fazzoletti sventolati in segno di uno sdegno che sembra un lutto. In Spagna, dove è nata la versione originale - che è bianca - la chiamano pañolada , in riferimento ai pañuelos , cioè i fazzoletti. Ma i tifosi del Cagliari sono di umore nero in questo periodo e il motivo è ben noto: non le prestazioni della squadra o gli arbitraggi, classici temi ispiratori delle “sventolate” di protesta in terra iberica, ma la mancanza di uno stadio degno della tradizione e delle ambizioni rossoblù.
“Una pañolada in nero per uno stadio vero” è il tema del provocatorio invito rivolto a 4.500 simpatizzanti su Facebook e a tutti gli sportivi che domenica andranno al Sant'Elia a vedere la partita contro il Lecce dai “Tifosi del Cagliari: dateci uno stadio”, un gruppo nato nel social network.
L'iniziativa non sarà purtroppo decisiva, ma è sintomatica. L'ennesimo segnale di ciò che provano gli appassionati di calcio (e molti cittadini che pure non sono frequentatori delle gradinate nelle domeniche calcistiche), di fronte a una situazione che ha fatto di Cagliari un esempio negativo in ambito nazionale. Iniziativa lodevole, ma destinata a fallire.
Perché? Per lo stesso motivo per il quale è nata: non esiste uno stadio “vero”. Che effetto visivo può suscitare una protesta inscenata in uno stadio che ha metà delle tribune vuote e l'altra metà semipiena? Forse paragonabile a quello di un Camp Nou o di un Santiago Bernabeu, che “friggono” di fazzoletti bianchi a 360 gradi? Certamente no, ma questo non è un motivo sufficiente a scoraggiare i promotori di una protesta che sarà ancora civile ma ferma. Fazzoletti neri (magari di carta, si trovano al supermercato, potrebbero anche essere distribuiti all'ingresso dello stadio), per un umore nero.
Carlo Alberto Melis