Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Lirico, la “stecca” del ristorante

Fonte: L'Unione Sarda
25 settembre 2008

Teatro. Il sovrintendente: «Nessun accordo, non è tra le nostre priorità». Il locale doveva aprire a gennaio

Bloccate le trattative con Deidda, assegnazione in bilico

Nonostante all'inizio dell'anno l'accordo tra Sovrintendenza e Giancarlo Deidda fosse certo, dopo nove mesi i fuochi sono ancora spenti.
Ai primi di gennaio sembrava cosa fatta: «Riapriremo a fine mese, febbraio al massimo». Nei programmi della rinascita c'era una donna-chef, che avrebbe dovuto guidare una delle cucine più spinose della città, affiancata dagli allievi delle scuole di ristorazione, giovani e creativi. Ma ora che il calendario segna settembre inoltrato, al ristorante del teatro Lirico, l'ex S'apposentu , restano ancora le ragnatele. E probabilmente rimarranno ancora per molto: nonostante all'inizio dell'anno l'accordo tra Sovrintendenza e Giancarlo Deidda (proprietario del ristorante Lo Spinnaker e presidente della camera di commercio cittadina) fosse dato per certo, dopo nove mesi i fuochi al primo piano di via Santa Alenixedda sono ancora spenti.
«NON È LA PRIORITÀ» Il sovrintendente Maurizio Pietrantonio, che a gennaio lasciava intravedere un discreto ottimismo («Stiamo definendo alcuni dettagli ma penso che il ristorante potrà essere operativo entro la fine del mese»), ora parla di «fase interlocutoria». E aggiunge: «La riapertura del ristorante non è una priorità, non c'e nessun accordo scritto. Né con Deidda, con cui i contatti sono fermi da tempo, né con altri».
Cosa è successo? Impossibile saperlo dal diretto interessato (Deidda è a Roma per delle riunioni legate alla Camera di Commercio), anche se alla base della rottura (o rinvio?) ci sarebbero problemi di diversa natura. Per prima cosa, gli ostacoli strutturali vecchi e nuovi: un impianto di aria condizionata che non funziona perfettamente se il Lirico non è aperto, cucina e sala da rivedere. Poi una divergenza sul “modello” di ristorazione da proporre. L'idea: alta cucina a prezzi accessibili. Una soluzione che non avrebbe suscitato gli entusiasmi dei vertici del Lirico. E sarebbero proprio questi due i punti sui quali si è - per il momento - arenata la trattativa. «Ne parleremo in consiglio d'amministrazione», annuncia Pietrantonio, che poi aggiunge: «comunque non c'è fretta».
TRATTATIVE INFINITE Il tira e molla sull'assegnazione del locale inizia ad agosto 2007, quando Roberto Petza, chef de S'apposentu, riceve una telefonata. L'avvocato del teatro gli comunica che la convenzione, in scadenza alla fine dell'anno, non verrà rinnovata. Iniziano così il primi sondaggi: vengono contattati, anche se in maniera informale, tutti i ristoratori de rang di città e provincia. Luigi Pomata (Next door a Cagliari, Da Nicolo a Carloforte), Claudio Ara (La vecchia Trattoria), Giorgio Blandina (Giorgio Hostaria) e Secondo Borghero (Tonno di corsa, Carloforte). E Deidda, che avrebbe voluto portare anche il nipote Stefano tra i fornelli della sua nuova creatura. «Rimarrò al Corsaro ancora per un bel po', dopo si vedrà», precisa il giovane chef.
Tutti gli altri sono rimasti a distanza da un ristorante dove gli incassi non erano esaltanti, per diversi motivi. C'è chi si è ritirato dalla corsa per «amicizia e rispetto nei confronti di Petza» (Pomata), chi ha inviato una raccomandata ma non ha mai ricevuto risposta (Ara), chi si è fermato ad una chiacchierata e nulla più (Blandina). Ora, con la stagione concertistica alle porte, le luci del primo piano rimarranno spente. Come i fuochi della cucina.
MICHELE RUFFI

25/09/2008