Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Molentargius, il futuro è incerto

Fonte: L'Unione Sarda
6 febbraio 2012

Contini: «La laguna è un malato da curare». Tiana: «Si può rilanciare la produzione del sale»
Giornata delle “Zone umide”: l'ente parco vuole scommettere sul turismo
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«In questo momento lo considero un malato da curare». Sono le parole scelte da Mauro Contini, presidente Ente Parco, per descrivere lo stato del parco di Molentargius. «Una risorsa da salvaguardare». È il pensiero condiviso e ribadito con fermezza in occasione della Giornata mondiale delle zone umide. Era il 2 febbraio 1971 quando venne firmata la Convenzione internazionale sulle zone umide a Ramsar (in Iran), il 1976 quando l'Italia vi aderì in via sostanziale. Da allora le zone umide della Sardegna hanno ottenuto un importante riconoscimento: sono ben 12.781 gli ettari dell'Isola inseriti tra le aree protette, pari al 25 per cento dell'insieme dei 48 siti Ramsar italiani.
Il tema scelto quest'anno è “Zone umide e turismo”. Un turismo naturale e sostenibile, sottolinea Contini, richiede «un nuovo rapporto tra uomo e natura con l'uomo artefice della salvaguardia dell'ambiente». «Sono intervenuti 300 gruppi scolastici e universitari», spiega Ignazio Tolu è questo dimostra «che il parco di Molentargius è un punto di riferimento e un grande laboratorio» ma «non possiamo non riconoscere che vi siano delle difficoltà».
Vincenzo Tiana, presidente dell'Associazione parco Molentargius, evidenzia che «è uno degli undici centri accreditati dell'Isola», eppure «l'Ente parco è precario come sono precari i lavoratori», rimarca Contini. Pensiero condiviso da Tolu che parla di contratti di due-tre mesi: «Non è pensabile che un parco di tale importanza possa basarsi su una pianta organica fatta di precariato». Uno dei prossimi obiettivi è quello riprendere la produzione del sale, ma Tiana osserva che «il finanziamento di un milione e mezzo di euro della Regione - parte dei 20 milioni stanziati per la messa in sicurezza del parco - non è sufficiente».
Sara Marci