Rassegna Stampa

Sardegna 24

IL LIRICO SENZA GUIDA

Fonte: Sardegna 24
27 gennaio 2012

Memoria lunga

di Franco Masala

Ai lettori del Sassarese e della Gallura Abbado Kleiber Pollini. Antonacci Devia Schrott. Bolle Ferri Fracci. Non sonole voci diuna “garzantina” dello spettacolo ma i prestigiosi nomi di direttori d’orchestra, cantanti, ballerini – di fama e livello internazionali - che nelle stagioni scorse si sono esibiti nel Teatro Lirico di Cagliari con grande successo. I tempi delle vacche grasse, per intenderci. Quando, dopo lo spettacolo, gli spettatori paganti della prima rappresentazione vedevano(ma non toccavano) tavole imbandite per il dopoteatro (dei soliti noti?), pagate dal contribuente con sprechi piuttosto evidenti. Quando si distribuiva gratuitamente un trimestrale a colori, pressoché inutile poiché agiografico e celebrativo. 

Dov’era allora il consiglio di amministrazione? dov’erano i sindacati di fronte a scelte che non facevano altro che aumentare il deficit che ora ha le sue conseguenze? quali responsabilità avevano sovrintendente e direttore artistico ? Le domande sono lecite e altrettanto pertinenti, se si guarda con occhio imparziale alle vicende del Teatro Lirico cagliaritano, in balìa da tempo di vicende problematiche e proteste talvolta sacrosante, altre volte poco comprensibili.

Con il rischio di allontanare un pubblico interessato e anche solidale, in molti casi, ma più di una volta perplesso e distratto da sostituzioni di programmi e di interpreti, da cancellazione di spettacoli, da scioperi che colpiscono più frequentemente le prime rappresentazioni (si pensi a opere accompagnate dal solo pianofortecome Il barbiere di Siviglia e Falstaff), da una biglietteria che francamente rivela diverse carenze.

Ècerto doloroso intervenire su questi problemi tanto più da parte di uno spettatore assiduo della musica e del teatro da decenni e decenni. Però, credo che occorra porsi anche altri interrogativi per individuare la crisi profonda del teatro: che cosa si è fatto per catturare nuove fasce di spettatori? Che cosa si è progettato per incrementare l’educazione del pubblico? Che cosa si è individuato per ritrovare fili logici, connessioni, legami culturali tra i vari concerti e i vari spettacoli d’opera? Perché stenta a concretizzarsi il rapporto con altre realtà sarde come l’Ente De Carolis di Sassari? Insomma, se sono problematici i rapporti interni tra personale e dirigenza, non sono meno carenti gli indirizzi generali di quella che viene chiamata “la prima industria culturale dell’Isola”.

Nel 1979 Federico Fellini stupiva tutti, pubblico e critica, realizzando Prova d’orchestra. Un film differente dai suoi senza una vera trama e un vero sviluppo: al contrario una presenza corale, anzi di un’orchestra indisciplinata, che vagava e litigava tumultuosamente per placarsi alla fine sotto la guida di un energico direttore. Tedesco. Sarà stato un caso? Metafora dell’Italia di allora (o di sempre) che necessita di un “capo” che rimetta le cose a posto, qualunque sia il suo nome?