Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Il cappio dei prestiti d’onore

Fonte: La Nuova Sardegna
23 gennaio 2012

 
Assemblea organizzata dal Pd sul diritto allo studio



Le borse di studio si assottigliano, affitti in nero, pochi servizi: tutti i punti deboli dell’ateneo cagliaritano

PIERLUIGI CARTA
CAGLIARI. Borse di studio sempre più sottili, carenza degli alloggi e affitti in nero, scarsità i servizi, il cappio dei prestiti d’onore e un sistema economico locale che non assorbe le figure professionali prodotte dall’università. Sono solo alcuni dei problemi che i 30mila studenti dell’ateneo devono affrontare ogni giorno.
Temi riaffiorati ieri sera dagli interventi dei rappresentanti degli studenti durante il dibattito “Diritto allo studio e legge 240” organizzato dal Pd Sardegna nella sede di via Emilia. «Quest’anno ciò che viene colpito più di tutti è appunto il diritto allo studio - afferma Marco Meloni, presidente del consiglio degli studenti dell’università di Cagliari - prima abbiamo subito la riduzione dei finanziamenti poi ci hanno imposto una rivolgimento di governance». Gli effetti dei tagli prodotti dalle leggi degli anni scorsi si fanno sentire; ora però al governo non c’è più Berlusconi, né Tremonti, né Gelmini. «Questo è il momento per fare proposte» commenta Meloni. Nel novembre 2011, l’ultimo consiglio dei ministri ha prodotto il D.M. 117, che modifica i criteri per la concessione delle borse di studio, e si ripropone da parte delle banche l’alternativa dei prestiti d’onore. L’università ha già ricevuto delle offerte: un prestito di circa 7.000 euro restituibile in tre anni una volta conclusi gli studi. «Un cappio al collo dello studente - afferma Alice Marras, rappresentante degli studenti nell’Ersu - uno strumento pericoloso che rischia di aggravare una probabile situazione di disoccupazione». La legge regionale del diritto allo studio è vecchia di 30 anni; l’autonomia regionale conferita dallo statuto speciale è stata utilizzata solo per ridurre le borse allo studio e per abbassare la soglia Iseu (Indicatore situazione economica). Le borse di studio sarde sono le più basse in Italia (3.000 euro all’anno), senza contare che non tutti gli idonei possono ottenerla. I finanziamenti sono esigui: per il 2012 sono previsti tagli per due milioni e mezzo a livello regionale. Alcune sfide son state vinte durante l’ultimo anno di amministrazione, come il medico di base per gli studenti. Ma altri servizi indispensabili, quali i trasporti, l’affitto, il materiale didattico, le spese alimentari e qualsivoglia accesso ad attività culturali sono interamente a spese dello studente e 3.000 euro all’anno di sovvenzione non bastano a coprirle. La Regione, inoltre, per gli assegni Fitto Casa ha stanziato 300.000 euro a favore di chi studia in Sardegna e un milione di euro per chi invece lascia l’Isola. Si tende a favorire indirettamente l’emigrazione? Senza prevedere un sistema di “richiamo” per gli studenti formati all’estero, che potrebbero spendere in loco le competenze acquisite altrove. Alice Marras afferma: «l’Ersu amministra ma è la Regione a finanziare; bisogna avere il coraggio di chiedere più sovvenzioni». I posti letto nelle case dello studente sono circa 900, mentre gli studenti fuori sede sono circa 16mila, ma le buone notizie arrivano. La speranza di un campus universitario si sta per avverare, con la creazione di 240 posti letto in più (che potranno lievitare poi a 500). Il bando di gara per la realizzazione del primo lotto è stato istituito. «Forse non è quello che noi sognavamo - commenta l’assessore comunale all’Urbanistica Paolo Frau - ma siamo riusciti a non perdere i soldi stanziati e, al contempo, impedire che il problema venisse affrontato tirando su una bestialità».