Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

IN SCENA Russia e Sicilia viaggi nell’anima di paesi e popoli

Fonte: Sardegna Quotidiano
18 gennaio 2012

 

MASSIMO La stagione del Teatro Stabile della Sardegna continua nel segno di Mosca: oggi sul palco lo spettacolo “Parigi, Mosca, Parigi …”. Venerdì i “Lavori in corso” del catanese Claudio Fava

Da Mosca alla Sicilia. Due mondi diversi per due incursioni in due culture ruvide e profonde, così lontane, così attuali. Un viaggio che si sdoppia su due binari per un’incursione nel ricchissimo patrimonio di racconti e materiali letterari di autori russi, da una parte, e, dall’altra, un percorso doloroso che, all’ombra del Ponte sullo Stretto di Messina, si allunga inesorabile sulla tragedia dei popoli del Sud e sulla Sicilia in particolare. Con il trittico “Il paese dell’anima” continua il viaggio nella cultura russa del progetto “A Mosca, a Mosca!” che caratterizza la stagione 2011-2012 del Teatro Stabile della Sardegna, che sfocerà a marzo nello spettacolo “I fratelli Karamazov ” e il “Festival di Filosofia”. Una stagione che ha trovato anche lo spazio per il lavoro del siciliano Claudio Fava, “Lavori in corso”, di scena al Teatro Massimo da venerdì a domenica. “Il paese dell’anima”è un’incursio - ne nel ricchissimo patrimonio letterario di autori russi quali Nina Berberova, Marina Cvetaeva, Irene Nemirovsky, Gogol’ e Cechov, affidata all’in - terpretazione delle attrici del Teatro Stabile della Sardegna Lia Careddu, Isella Orchis e M.Grazia Bodio. I tre spettacoli sono diretti da Guido De Monticelli (direttore artistico del Teatro Stabile della Sardegna), Paolo Magelli (direttore artistico del Teatro Metastasio Stabile della Toscana) e Jean Claude Penchenat (regista di grande esperienza internazionale, fondatore del Theatre du Soleil).

Tre registi per tre piccoli spettacoli che verranno proposti al pubblico singolarmente in diverse serate al Teatro Massimo di Cagliari da oggi al 15 febbraio o, consecutivamente in un'unica serata il 2 e il 5 Febbraio 2012. Ad inaugurare il trittico sarà lo spettacolo “Parigi, Mosca, Parigi…” a cura di Jean Claude Penchenat che debutterà oggi alle 21, a seguire domani alle 21 il debutto di “Leggere Anton Pavlovic: Anna al collo” a cura di Paolo Magelli e il 22 gennaio alle 21 il debutto di “Il cappotto” a cura di Guido De Monticelli. In Parigi, Mosca, Parigi…, a partire dalle testimonianze e dalle voci di Nina Berberova, Marina Cvetaeva e Irene Nemirovsky, il regista francese Jean- Claude Penchenat si interroga su come gli artisti russi raccontarono e vissero Parigi, capitale artistica, ma anche luogo di rifugio politico dopo la rivoluzione del 17. Leggere Anton Pavlovic è un viaggio che non prevede ritorno, perché ti offre la possibilità di vagare nel labirinto dello spirito dove il filo rosso di Arianna siamo noi, i lettori. Paolo Magelli ha scelto il racconto Anna al collo, dove "Il successo" è descritto come un vuoto assoluto, il centro della futilità della vita. “Siamo tutti usciti dal Cappotto di Gogol”, diceva Dostoevskij. E proprio Il cappotto di Gogol’ sarà alla base della serata, curata da Guido De Monticelli. Rivivrà, così, la storia di Akakij Akakievic, «l’ominosenzaimportanza» che, secondo le parole del nostro poeta Clemente Rebora, tra i più insigni traduttori del grande racconto, «si credette appena degno di adorare un cappotto per coprire la sua misera carne, e rivelò invece un’anima grande come la cappa del cielo». E dopo la Russia c’è la Sicilia del catanese Claudio Fava.

Una regione incancrenita da vecchie e logore logiche di un sistema impregnato di mafia, ma che ha visto affacciarsi all’orizzonte una nuova generazione che dai maestri della lotta a Cosa Nostra ha raccolto il testimone di una battaglia per una nuova cultura della legalità. Dopo l’uccisione del padre Giuseppe, fondatore della rivista “I Siciliani” nel 1984, Claudio ne ha assunto la direzione, poi le collaborazioni con “Il Corriere della Sera”, “L’Espres - so”, “L’Europeo” e la Rai. Fava ha sempre incrociato l'attività professionale con l'impegno politico. Autore di numerosi libri e romanzi, ha scritto, assieme a Monica Zapelli e Marco Tullio Giordana, la sceneggiatura de I cento passi premiata, nel 2001, con il Leone d'Oro a Venezia, con il Davide di Donatello e con il Nastro d'Argento. “La - vori in corso” punta l’obiettivo sulla costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina. Che il ponte venga fatto, iniziato o addirittura realizzato e portato a termine è un’ipotesi tanto lontana quanto incerta. E proprio per questo è evidente che ciò che davvero conta non è il ponte, ma l’idea del ponte. Non si tratta di un’idea di sviluppo, né tanto meno di pro gresso. È piuttosto l’idea di una continuità, di un consolidamento dell’asse impresa-politicamafia, che ha reso potenti e temibili tanti, molti siciliani. Il testo di Fava sceglie di mostrare l’ombra di questo ponte, che si allunga inesorabile sulla tragedia dei popoli del Sud. In un contesto squisitamente teatrale, si intrecciano fatti, episodi, storie che restituiscono la mostruosa rete di connivenza, la mentalità, l’assurda omertà che sostiene ormai storicamente il sistema politico-economico di gran parte della Sicilia e che fa di esso un sistema mafioso. La voce di chi si ribella è quella di un prete, un uomo semplice che non riesce a capire perché, e che denuncia. Questo prete è Don Puglisi, martire siciliano e cristiano. Tiziana Frongia