Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Un'inchiesta sul nuovo stadio

Fonte: L'Unione Sarda
18 gennaio 2012

 

I parcheggi dell'aeroporto: ipotesi di reato per il procuratore del Cagliari calcio
 

Karalis Arena, ora la Procura indaga sul Puc di Elmas
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La battaglia sui parcheggi dell'aeroporto subisce una svolta neanche tanto inattesa: il procuratore speciale del Cagliari calcio Carlo Catte è indagato per esercizio arbitrario delle proprie ragioni.
Tutta colpa della recinzione comparsa il 2 gennaio attorno all'area Santa Caterina, sulla strada di fronte al Centro meccanizzazione delle Poste italiane che collega l'aeroporto civile di Elmas a quello militare. Il terreno, proprietà della società rossoblù, fino al 31 dicembre scorso veniva utilizzato come parcheggio dalla Sogaer (la società che gestisce l'aeroporto) in base a un regolare contratto.
Il giorno prima della scadenza il Cagliari aveva invitato la Sogaer (con una raccomandata) a restituire il terreno che, il giorno dopo Capodanno, era stato recintato dai proprietari e affidato alla custodia di alcuni vigilantes che avevano impedito l'ingresso a chiunque. Così, i dipendenti della Sogaer non avevano neanche potuto parcheggiare all'interno. Erano intervenuti i carabinieri che avevano sequestrato l'area e inviato un'informativa alla Procura della Repubblica. Il verbale di sequestro è arrivato al Palazzo di giustizia soltanto il 9, dunque non è stato confermato. Sono rimasti i sigilli per qualche giorno solo sui cartelli che intimavano il divieto di accesso ma poi sono stati restituiti anche quelli. Nel frattempo, però, il sostituto Emanuele Secci ha iscritto Catte nel registro degli indagati. Il procuratore speciale del Cagliari calcio era stato contattato dai carabinieri il 2 gennaio scorso, dopo la chiusura del parcheggio contestata dalla Sogaer: arrivato sul posto aveva subito manifestato disponibilità a risolvere la questione ma era troppo tardi. Per non passare dalla parte del torto la società rossoblù si sarebbe dovuta rivolgere a un giudice. Recinzioni e lucchetti costano ora l'accusa di esercizio arbitrario delle proprie ragioni.
 

LA KARALIS ARENA La disputa è strettamente legata al braccio di ferro tra Cagliari calcio da una parte, Sogaer ed Enac dall'altra, attorno alla costruzione della Karalis Arena sui terreni di Santa Caterina acquistati dal presidente rossoblù Massimo Cellino nel 2010. La zona è troppo vicina all'aeroporto: stadio, albergo e centro commerciale, secondo Enac e Sogaer, non sono compatibili con decolli e atterraggi. Ma il Cagliari insiste per costruire comunque lo stadio. Sulla vicenda la magistratura ha aperto un'inchiesta che potrebbe ipotizzare il reato di abuso d'ufficio: il comune di Elmas ha rilasciato una variante al Piano urbanistico comunale che non tiene conto dell'articolo 707 del codice della navigazione. In sostanza, gli strumenti urbanistici che insistono su aree a rischio devono conformarsi alle indicazioni dell'Enac. Sembra, invece, che questo problema non sia stato neppure affrontato dall'amministrazione comunale di Elmas. C'è poi una questione relativa al rilascio della valutazione d'impatto ambientale da parte della Regione. Questioni delicatissime e di non facile soluzione.
 

I TERRENI Ma non è ancora tutto: una terza inchiesta, affidata allo stesso Secci, per il momento su fatti non costituenti reato, riguarda gli atti con cui erano stati espropriati i terreni di Santa Caterina acquistati molti anni dopo da Cellino. Si tratta di fatti vecchissimi, risalenti addirittura al 1970: se, per ipotesi, è stato commesso qualche reato, non è più perseguibile perché prescritto. Il pm ha comunque affidato alla Guardia di finanza il compito di ricostruire i vari passaggi fino alla retrocessione, deliberata dall'Ersat nel 2002 e mai attuata. C'erano problemi di costi eccessivi o un atteggiamento negligente? Nel qual caso il tempo trascorso non è ancora troppo.
Tutto è cominciato nel 1974 con l'esproprio dell'area, proprietà dell'Etfas, in favore della società Santa Caterina che si era impegnata a costruire un ippodromo. In cambio erano stati versati 50 milioni di lire. Poiché il fine di pubblica utilità non era stato perseguito, l'Etfas, nel frattempo diventato Ersat, nel 2002 aveva deciso di rientrare in possesso di quei terreni, 48 ettari, a un prezzo che oscillava fra i 5 e gli 8 milioni di euro. Però quella delibera non è mai stata attuata e i terreni sono rimasti alla società Santa Caterina.
Maria Francesca Chiappe