Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Area batte cassa «In 700 attendono l’alloggio »

Fonte: Sardegna Quotidiano
13 gennaio 2012

Case popolari

 

L’APPELLO L’agenzia che gestisce l’edilizia pubblica chiede fondi alla Regione per realizzare nuove strutture: «La domanda cresce ma diminuiscono le risorse e gli spazi in città su cui costruire»

Più di settecento famiglie a Cagliari attendono una casa popolare. Ne hanno diritto ma gli alloggi scarseggiano. Mentre sono duemila quelli che vivono in abitazioni fatiscenti o non a norma. Per questo l’Area, azienda regionale per l’edilizia abitativa, batte cassa alla regione. Luciano Collu, ex assessore al patrimonio della giunta Floris e oggi nel cda dell’agen - zia parla chiaro: «I numeri dimostrano che c’è una richiesta importante ma allo stesso tempo in città mancano le aree per costruire nuove unità abitative. La partita è difficile e servono ulteriori programmi di finanziamento ». Il Distretto 1 dell’ente, che comprende la provincia di Cagliari e del Medio Campidano, può contare su 6.719 appartamenti assegnati. Gli abusivi sono 247, di cui 186 in corso di regolarizzazione. A Cagliari invece sono solo 36 gli appartamenti occupati illegalmente, mentre sono 324 le risoluzioni di contratto per morosità. Nella primavera di quest’anno si apriranno nuovi cantieri: 22 gli interventi in programma che porteranno 220 case in più nella due province. Sul piatto 22 milioni di euro tra fondi regionali e Area. Intanto nell’anno appena trascorso sono state consegnate 32 case: 16 a Monserrato e le altre a Villaputzu. Spiega Sebastiano Bitti, direttore del distretto del capoluogo: «Il lavoro fatto dall’ente per il 2011 ha riguardato tra le altre cose le manutenzioni sugli edifici in pessime condizioni e la messa in cantiere dei nuovi progetti. Molte sono state le risorse utilizzate per interventi e restauri: 5 milioni di euro sono stati spesi per adeguare le strutture alle nuove norme di sicurezza». Ma assorbono soldi i danneggiamenti dolosi. Continua ancora Bitti: «Solo a Sant’Elia abbiamo usato 250 mila euro per impianti elettrici appena collaudati e poi bruciati ». Massimo Cambule, direttore amministrativo, specifica che: «L’en - te in genere cerca di venire incontro a chi non è in regola. È stato attivato un protocollo d’intesa con la prefettura per attenuare l’impatto dello sgombero. Per chi invece vuole acquistare la casa i piani di rateizzazione arrivano a 25 anni». Per la riqualificazione degli alloggi al momento c’è solo il progetto, non ancora finanziato, degli studenti della facoltà di architettura. Sulla carta le case popolari di via della Pineta, via Doberdò, via Zefiro, via Basilicata e via Chiabrera potranno essere restaurate sulla base dei migliori standard europei.

Francesca Ortalli