Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Il Sant’Elia non è più agibile

Fonte: Sardegna Quotidiano
13 gennaio 2012

Prefettura

 

LE REAZIONI Zedda: il Comune lavora per la messa in sicurezza Cellino: una decisione giusta, l’impianto è una vergogna 

 

 

IL VERDETTO Troppi pericoli per la pubblica incolumità, la commissione provinciale blocca le partite allo stadio  

 

E alla fine la sentenza di condanna è arrivata: il Sant’Elia non è agibile. Fino a quando non verranno effettuati gli interventi necessari per garantire l’incolumità degli spettatori lo stadio rimarrà chiuso. La decisione è arrivata ieri mattina, dopo la riunione in Prefettura della commissione provinciale di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo. Per usare le parole del rappresentante del governo: «La struttura non potrà più considerarsi agibile e accessibile al pubblico per indifferibili esigenze di tutela della pubblica incolumità». Dall’ultimo sopralluogo è emerso che il maestrale della settimana scorsa ha fatto cadere alcuni calcinacci nei corridoi di accesso. Il pericolo che possa succedere anche mentre passa qualcuno ha portato alla decisione della commissione, che comunque non è una condanna definitiva: se il Comune metterà al lavoro gli operai, per risolvere i problemi riscontrati, allora sarà possibile una riapertura, anche se graduale. Il tempo stringe: per fortuna il prossimo turno si gioca fuori casa, contro la Juve, ma domenica 22, tra una decina di giorni, i rossoblù ospiteranno la Fiorentina. E tutto dovrà essere a posto. Altrimenti le alternative sono due: match a porte chiuse, oppure l’emigrazione in un altro campo disponibile. Quella di ieri non è stata comunque una decisione presa all’unanimità. C’erano il prefetto Giovanni Balsamo, il questore, il comandante provinciale dei vigili del fuoco, i rappresentanti del Comune, del servizio del Genio Civile, dell’Asl, del servizio prevenzione e sicurezza sul lavoro, del Coni e dell’Agis. Tutti d’accordo, tranne l’assessore comunale allo Sport, Enrica Puggioni, che era accompagnata dal dirigente e ingegnere Mario Mossa: la rappresentante del Municipio non ha concordato col parere generale. E alla fine della riunione dal Comune è arrivata l’illustrazione di progetti di interventi, i più urgenti, per la messa in sicurezza dello stadio, o almeno di una parte.

 

 

 

L’INTERVENTO DEL SINDACO

Quello della commissione è “solo” un parere, l’ultima parola sull’apertura degli ingressi spetta a Massimo Zedda. È difficile che il sindaco vada contro quanto stabilito dall’organi - smo di controllo, le responsabilità che si assumerebbe sarebbero enormi. Ieri sera il primo cittadino ha chiarito che sta facendo tutto il possibile per garantire la fruibilità dello stadio: «Il Comune», spiega una nota, «ha fatto, sta facendo e farà tutto quanto di sua competenza – secon - do la convenzione stipulata con la società Cagliari Calcio – per garantire lo svolgimento delle partite della squadra allo stadio Sant'Elia. Il prossimo passo, dopo l'approvazione odierna del progetto specifico, sarà il posizionamento a spese dell'amministrazione delle reti di protezione delle vie di esodo». Un intervento, quello delle reti, che era stato discusso tra Zedda e Massimo Cellino durante uno dei loro incontri a dicembre. Il presidente aveva proposto di occuparsene, ma poi non se n’è fatto più nulla.  

 

 

 

CELLINO È D’ACCORDO

«Da quando ho comprato il Cagliari non so nemmeno più quanti prefetti e sindaci ho conosciuto. E devo dire che Balsamo ha preso la decisione giusta. Non ci possiamo più permettere di avere uno stadio in queste condizioni. Complimenti al prefetto ». A parlare è Massimo Cellino, che da anni insiste sul fatto che sia vergognoso offrire al pubblico uno stadio in quelle condizioni. «Ormai ho deciso di andarmene da Cagliari, l’obiettivo è Elmas», continua il numero uno di viale La Plaia, «ma da anni dico che il Sant’Elia è una vergogna. E purtroppo in tutto questo tempo ci sono stati sindaci che non hanno voluto bene al Cagliari. Gliene hanno voluto Di Martino e Delogu, altri no». E Zedda, che gli ha fatto arrivare il conto di un milione e 800mila euro per canoni mai pagati dalla società dagli anni ‘70 ai ‘90? «Ma lui che ci può fare?», spiega il presidente, «ha ereditato una situazione disastrosa. È giovane e fare il sindaco di una città è difficile e complesso. Non do la colpa a lui, è un ragazzo che si impegna». E che adesso dovrà cercare di sistemare lo stadio a pezzi prima che arrivi la Fiorentina. In meno di dieci giorni.

Enrico Fresu enrico. fresu@ sardegnaquotidiano. it