Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Lirico, gara rapida per il nuovo soprintendente

Fonte: La Nuova Sardegna
10 gennaio 2012

 
Domani Cda, perdono consistenza tutte le candidature sinora rese pubbliche. Il nuovo vertice sarà scelto per mezzo di una selezione internazionale

Entro due mesi le domande e la scelta, che riguarderà anche il direttore artistico



Si cercano le crepe legali nel contratto con Di Benedetto

CAGLIARI. Domani sarà un consiglio di amministrazione tutt’altro che ordinario, perchè in gioco c’è il futuro del Teatro Lirico. I sindacati si aspettano che il sindaco chiarisca la sua posizione e dichiari chiusa l’era Di Benedetto.
Operazione più facile a dirsi che a farsi, se non altro perché Di Benedetto ha mandato molteplici segnali che vanno in direzione contraria a una sua resa prima del confronto finale. Se Di Benedetto dovesse andare via, il sostituto non sarà trovato nel giro di poche settimane. Sinora le candidature, e le autocandidature, che sono circolate, come quella del presidente dell’Ater, l’associazione teatrale dell’Emilia romagna Maurizio Roi o quella del cantante lirico cagliaritano Gianluca Floris non trovano alcuna conferma. In ogni caso il cda non farà una scelta netta, domani, ma avvierà un percorso, non prima di aver studiato il contratto che lega di Benedetto al Lirico.
È molto probabile che i consiglieri, con il sindaco in testa, decidano di effettuare una concorso internazionale per verificare le candidature sul campo e poi scegliere tra la rosa di nomi il nuovo soprintendente, a cui affiancare un direttore artistico di fama, affinché ci sia una divisione di compiti e competenze visibile.
Il sindacato ha messo sul piatto la giornata di sciopero per il 13, e ne prepara altre due, con date ancora da definire.
«Se non avremo risposte convincenti, l’astensione dal lavoro sarà confermata». Il primo obiettivo del sindaco, è evitare lo sciopero di venerdì, ma per far ciò deve trovare un cda disposto a sacrificare Di Benedetto.
Non dovrebbe essere un compito impossibile, vista la volontà espressa con atti concreti, di “limitare” il più possibile l’autonomia del soprintendente. Una scelta a cui quasi specularmente Di Bendetto ha risposto con un piano industriale ridotto ai minimi termini, chiedendo soldi prima di mostrare le carte, giudicato irricevibile dal sindacato.

(g.cen.)