Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Con il Cigno nero il perfezionismo diventa un’arte

Fonte: Sardegna Quotidiano
5 gennaio 2012

DANZA

MASSIMO Stasera (domani replica) di scena due star del balletto, Irina Dvorovenko e Maxim Beloserkovsky, il “Lago dei cigni” di Caikovskij rivisitato dopo il successo del film. Ma non solo

Il Cigno Nero. Odile versus Odette, il Cigno Bianco. Quando oggi se ne parla Caikovskij sembra quasi passare in secondo piano. A conquistare spazi di memoria sono le immagini di “Black Swan”, le atmosfere allucinate, dark, da thriller psicologico, del fortunato film di Darren Aronofsky, che l’anno scorso ha condotto all’Oscar la protagonista Natalie Portman e riportato in auge, se mai ce ne fosse stato bisogno, il classico dei classici dei balletti. “Il Lago dei Cigni”, frutto, alla fine del XIX secolo, dell’incontro tra il genio del grande compositore russo e quello del coreografo francese Marius Petipa. “Il Cigno Nero”, voluto il richiamo al film, è il titolo del Gran Galà che, dopo il gustoso antipasto con Les Ballets Trockadero de Montecarlo, inaugura stasera (domani replica) alle 21 al Teatro Massimo di Cagliari il Circuito Regionale della Danza promosso dall’Associazione Enti Locali per lo Spettacolo.

Con l’organizzazione e la direzione artistica di Daniele Cipriani, la soirée vedrà in scena due star del balletto, Irina Dvorovenko e Maxim Beloserkovsky, entrambi ucraini, di Kiev, principal dancer dal 2000 dell’American Ballet Theatre di New York, accompagnate da altre etoiles: i primi ballerini dell’Opera di Parigi, Cristophe Duquenne e Myriam Ould Braham, e i danzatori del Balletto del Teatro dell’Opera di Roma. Irina e Maxim, per la prima volta in Sardegna, habituée nei grandi teatri d’Opera in Italia, sono in relax nella hall di un albergo cagliaritano. Danzano da più di vent’anni, hanno cominciato giovanissimi, sono entrati a far parte del famoso ensemble newyorchese a metà degli anni ’90.

STORIA DI RIVALITÀ E, guarda caso, “Black Swan” rac - conta la rivalità fra due ballerine di danza classica di una compagnia di New York (proprio l’American Ballet?), coinvolte nella preparazione de “Il lago dei cigni”. «Questo balletto è un gioiello del repertorio», spiega la Dvorovenko, fisico, e sguardo, del ruolo, in perfetto inglese. «Ma indubbiamente il film ha scatenato una forte attrattiva verso quest ’opera. Il pubblico vede la parte più “glamour” del nostro lavoro, ma non conosce il dietro le quinte». «Il film però – continua l’etoile ucraina - mette in evidenza la parte più malata della psicologia di un danzatore, poco quella artistica. Ci sono cose che possono anche essere vere, ma molto è frutto dell’i mmaginazione del regista». Insomma, niente invidie, niente rivalità nel mondo della danza? «Nella maggior parte dei casi esiste una sana rivalità, quella che ti spinge a migliorarti, non paranoica come nel film. Certo non si arriva a mettere pezzi di vetri rotti nelle scarpette», ride Irina. «Per l’esperienza che abbiamo noi esiste molto rispetto nel nostro ambiente». In realtà la vita dei danzatori è fatta di duri sacrifici. «E non migliora con gli anni», sottolinea Beloserkovsky. «Siamo chiamati a continue sfide. All’inizio della carriera devi capire chi sei come artista. Andando avanti, devi mantenere gli standard raggiunti, stando attento anche a salvaguardare l’integrità del fisico». Il Galà presenta molti quadri estratti dal “Lago dei cigni”.

Come il pas de deux del Cigno Bianco: Odette, donna di giorno e cigno di notte, danza con il principe Siegfried, innamorato di quella creatura così pura e seducente. Irina e Maxim si produrranno nel passo a due del Cigno Nero, dove la perfida Odile incanta il principe Siegfried convincendolo a sposarla, condannando in questo modo Odette alla morte. La Dvorovenko interpreterà anche il famoso assolo “La morte del cigno”, balletto di Mikhail Fokine sul celebre brano di Saint-Saëns tratto dal “Carnevale degli animali”, coreografia creata nel 1901 appositamente per Anna Pavlova. Ma la serata non sarà dedicata esclusivamente alla danza classica.

NON SOLO CAIKOVSKI Non solo Caikovski ma anche Rachmaninoff, non solo Petipa ma anche lo stile neoclassico di Stevenson. e quello più moderno di Béjart, su musica di Gounod. «Per noi ballerini classici è sempre molto stimolante confrontarsi con la danza contemporanea », precisa Beloserkovsky. Le due etoiles dell’American Ballet Theatre riserveranno qualche sorpresa al pubblico cagliaritano? Irina e Maxim rispondono all’unisono: «Nel nostro lavoro non è facile improvvisare. Il Galà “Il Cigno Nero” è già una sorpresa di suo. E’ stato concepito da Daniele Cipriani in forma molto intelligente: è stato messo insieme un bel programma, con le performance proposte che si rifanno anche al film. Un’occasione per attrarre sempre più il pubblico verso la danza in generale e quella classica in particolare». Massimiliano Messina