Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Teatro Lirico Di Benedetto in bilico «Ma ho fatto quello che potevo»

Fonte: Sardegna Quotidiano
3 gennaio 2012

L’INTERVISTA Il sovrintendente sereno nonostante i sindacati abbiano chiesto il suo “licenziamento”: «Svolto un buon lavoro, per vederne i frutti servono tempo e risorse, che ora mancano»

di Francesca Ortalli

Gennaro Di Benedetto, il sovrintendente della Fondazione del Teatro Lirico, dopo i due giorni di sciopero dell’orchestra e del coro del teatro che hanno mandato in tilt gli eventi programmati per il Capodanno, è sereno. E lo è nonostante le otto sigle sindacali abbiamo chiesto la sua testa al sindaco e presidente della Fondazione Massimo Zedda. Dottor Di Benedetto, sente la sua poltrona vacillare? «La decisione spetta solo al Cda e vedremo che cosa pensa nel merito. Posso dire che ho fatto quello che si poteva vista la situazione difficile. Per quanto riguarda il mio operato, come ho agito, è sotto gli occhi di tutti. È inutile dare la mia versione su una questione che è molto complicata e certo non si può riassumere in poche parole. È evidente che il contesto non è facile da governare». Il sindaco Zedda in una nota ha condannato la scelta dei sindacati di incrociare le braccia. È d’accordo? «Certo, direi che la cosa si commenta da sola e c’è poco da aggiungere». Intanto i sindacati protestano perché dicono che ha tagliato i loro stipendi mentre quelli delle dirigenze non sono stati toccati… «Anche in questo caso tutto è stato approvato dal Cda, non solo da me. Sono state delle scelte che hanno sovrastato la mia responsabilità personale. E la situazione è molto più complicata di quello che finora si è detto. Per sintetizzare diciamo che, viste le condizioni di ristrettezze economiche, si è deciso di non corrispondere più quegli emolumenti.

E, allo stesso tempo, si stava cercando di vedere dove e come recuperare questi tagli. Ma i problemi nascono quando poi tutto viene portato sulla linea dei principi assoluti. Diventa un muro contro muro e allora è difficile ricondurre il tutto alla responsabilità delle persone che operano ». Altro punto che ha scatenato l’ira dei sindacati è la mancanza nel piano industriale delle nuove produzioni, quelle che dovrebbero sostenere il teatro. Come stanno le cose? «Quando sono arrivato, il 7 marzo del 2010, la programmazione del Lirico arrivava fino all’aprile del 2011. In tempi strettissimi abbiamo costruito da zero un programma lirico-sinfonico che ha funzionato. Lo dicono i numeri, poi possiamo discutere se è piaciuto o meno. E gli abbonamenti per la stagione di quest’anno raccontano che abbiamo avuto 50.099 presenze. Il pubblico ha comunque apprezzato e le cifre gridano al miracolo: i posti occupati del teatro sono stati complessivamente quasi il 95%, lo spettacolo che forse ha avuto meno successo è stato “Napoli Milionaria”. Ma il teatro si è riempito per l’82%. È vero che quest ’anno in termine di produzione lirica c’è stato qualcosa di meno ma siamo riusciti a compensare aumentando i concerti sinfonici. Insomma siamo riusciti a realizzare un programma di qualità con il minimo costo, che era anche l’obiettivo richiesto tenendo conto della situazione finanziaria». Cosa succederà per la stagione 2012, considerate le acque così agitate? «Su una cosa sono d’accordo con il piano industriale redatto dalle sigle sindacali: la stagione ha bisogno di una programmazione triennale che, vista l’incertezza delle risorse che abbiamo a disposizione, è impossibile da elaborare. Perché una cosa è dire ad un’artista vieni solo per questo concerto, un’altra è preparare il suo cachet impegnandolo per tre anni. Per fare una buona programmazione ci vuole del tempo, quello che non ho avuto quest’anno. E soprattutto finanziamenti certi: dobbiamo sapere con un certo anticipo quante risorse impegnare. Per il momento questa risposta non c’è. D’altronde, siamo nella stessa situazione degli altri teatri italiani che vivono nell’assenza di certezza su quanto possono spendere». redazione@ sardegnaquotidiano. it

IL RETROSCENA I DUBBI SU UN TRAGHETTATORE

Un caso difficile, quello del sovrintendente del Teatro Lirico. Da una parte ci sono otto sigle sindacali, che nell’ultimo incontro con il sindaco Massimo Zedda (convocato nel vano tentativo di sventare lo sciopero in occasione del concerto di Capodanno organizzato da L’Unione Sarda) hanno chiesto la testa di Gennaro Di Benedetto. Vogliono, i dipendenti, un’esecuzione immediata per colui che ha governato il teatro nell’ultimo anno e mezzo. Dall’altra c’è il primo cittadino, che sembra essersi convinto della necessità di portare aria nuova (e un dirigente nuovo) in via Sant’Alenixed - da. Ma dare il subito il benservito a Di Benedetto significherebbe aprire le porte a un traghettatore. Invece Zedda vuole un sostituto a lungo termine, che rimetta in sesto i conti. I sindacati però premono. E la tensione sale.