Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Internet e tivù, il potere agli utenti

Fonte: La Nuova Sardegna
18 settembre 2008

GIOVEDÌ, 18 SETTEMBRE 2008

Pagina 47 - Inserto Estate

Cagliari, al Molo Ichnusa un convegmo su come la Rete sta cambiando i media tradizionali



Saranno le nuove generazioni a decidere il modello futuro




WALTER PORCEDDA

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CAGLIARI. Internet, Capitolo Secondo. O meglio web.2 come con linguaggio friendly lo chiamano gli addetti ai lavori per riferirsi alla nuova Rete, quella del presente che, a differenza di quella del passato (cioè appena ieri) connotata da siti statici, è all’insegna della interconnessione e della interazione utente-web. Una Rete dove con una progressione geometrica avanzano i social networks - da You Tube a MySpace, da Facebook a Frickr solo per citare quelli più famosi - e aumenta vertiginosamente la diffusione di blog, podcasting, chat, mobile tv etc... Sono soprattutto le ultime generazioni ad essere protagonisti di una rivoluzione nei comportamenti digitali che nel giro di pochissimi anni cambierà immagine e volto del nostro futuro prossimo venturo (cioè domani mattina). Inevitabile che ad occuparsene con urgenza oggi sia chi, in prima persona nei media - leggi tivù - si occupa di broadcasting. Ecco così che all’interno del Prix Italia, in corso di svolgimento nello spazio Crociere del Molo Ichnusa, ieri pomeriggio siano stati chiamati a discutere di «Dal web 2.0 al broadcast 2.0. ovvero come la rivoluzione digitale sta cambiando i media tradizionali», personaggi di primo piano a livello internazionale. Concordi nelle analisi di fondo del cambiamento repentino di abitudini e comportamenti di un’utenza che nel Globo oggi nella Rete è valutata attorno alla cifra di due miliardi di persone, metà delle quali lo usa anche nei cellulari e, sorpresa delle sorpresem di queste solo il 25% naviga in siti in lingua inglese, segno che nel Web si sta affermando un multilinguismo prima impensabile. Multilinguismo che si traduce anche - pur nella ovvia globalizzazione dei media - in una differenziazione di comportanenti per aree geografiche e localismi, come ha riferito in apertura il moderatore del forum, il russo Andrei Kolesnikov del VimpelCom Group.
In questo contesto si afferma così la tendenza a una partecipazione sempre più massiccia degli utenti alla fabbricazione di contenuti (non solo You Tube, ma anche citizen journalism, siti fotografici e video condivisi etc...). Una tendenza che in Usa - come ha riferito la vicepresidente americana del prestigioso Paley Center Media Council, Christy Carpenter - è stata attentamente studiata e assecondata dai più forti network tv americani, dalla Cbs ad Abc e Nbc che sulla rete hanno creato siti dinamici di tipo aperto. La sfida è per questi colossi, ovviamente, quello di generare profitti: dopo aver fatto pagare la visione di video sulla rete oggi si tende ad inserire sempre di più la pubblicità per permetterne la fruizione gratuita, ma il rapporto con la tv tradizionale è ancora basso: 2/3 miliardi di dollari contro i 50 della tv generalista. Ma cresceranno. E c’è chi anche come Abc sta già sperimentando show ad hoc per il web di pochi minuti con possibilità di interazione. Da un modello controllato dalle tv a quello costruito dagli utenti. Su questa linea ha portato il suo contributo James Abee direttore internazionale di Current Tv, la tv sul satellite nata da un’idea di Al Gore. Tv di tipo partecipativo che si sta diffondendo ora, dopo gli Usa anche in Europa, in Gran Bretagna e in Italia: presuppone un uso fortemente sociale con un intreccio fortissimo tra tv e computer. Qui gli utenti sono i protagonisti in prima persona dei contenuti e delle notizie: inseriscono i filmati e prendono parte attiva, creativamente, anche alla costruzione degli spot pubblicitari. E presto potranno, attraverso le diverse community intervenire in tv durante i dibattiti dei politici sovrapponendo in tempo reale, commenti e opinioni.
Ma il futuro reale sarà deciso dalle ultime generazioni (quella X degli anni 80 e Y dei 90) che nel 2010 saranno maggioranza, dopo aver superato la precedente dei Baby Boomers nata nel dopoguerra. Per questi la tv ha sempre meno appeal, le notizie le guarda on line e utilizza naturalmente i differenti media, da I pod a play station, da mobile a computer. E la privacy, in un mondo così condiviso dove finirà? «I più giovani - dice la svizzera Nicoletta Iacobacci di Eurovision - vogliono la verità, la libertà e la trasparenza». E, soprattutto, senza controlli.