CAGLIARI
Cappellacci stamattina in commissione bilancio. L’opposizione contraria ad una azione comune
.Esattamenteunanno fa, il 21 dicembre del 2010, il centrosinistra occupava l’aula del Consiglio regionale.Unadecisione presa per bloccare la discussione della Finanziaria 2011, che alloracomeoggi doveva fare i conti con il mancato riconoscimento delle entrate che spettano alla Sardegna. L’opposizione chiedeva che la Giunta guidata da Ugo Cappellacci impugnasse il bilancio dello Stato. Maallora resisteva ancora il mito del Governo amico e il presidente Cappellaccinonaveva ancora strappato la tessera del Pdl. Dopo quella protesta il Consiglio votò un ordine del giorno unitario, che impegnava la Giunta a sollevare il conflitto di competenze con lo Stato per chiudere la vertenza entrate. Da allora è cambiato pochissimo, il conflitto di competenze non è stato sollevato e a distanza di un anno ci si trova di nuovo alle prese con una finanziaria, che ascrive a bilancio «entrate fantasma», che lo Stato ancora non ci riconosce. Si riparte da qui e stamattina il presidente Cappellacci, che ha chiesto di essere ascoltato dalla commissione Bilancio, per riferire presumibilmente del suo incontro di lunedì scorso a Palazzo Chigi con il sottosegretario Antonio Catricalà. Un vertice improvviso, che ha causato più di un malumore anche tra i suoi alleati, specie tra chi comei Riformatori cercavano di trovareunaccordo con l’opposizione. Il presidente della Commissione Bilancio, Pietrino Fois, hafatto intendere che il consiglio potrebbe agire anche indipendentemente da ciò che dirà Cappellacci e che l’ipotesi di agire autonomamente dalla Giunta non è tramontata. L’opposizione ovviamente aspetta al varco il Governatore, accusato di essere la causa principale della mancata chiusura della vertenza entrate. Per Giampaolo Diana, capogruppo del Pd, «Siamo in queste condizioni soprattutto per causa sua. È stato lui a evocare le norme di attuazione che non servivano e non ha voluto disturbare il manovratore Tremonti, nemmeno quando tutto il Consiglio regionale glielo ha chiesto».Secondo Diana, l’audizione chiesta da Cappellacci è l’indizio certo del fallimento della sua ultima trasferta romana, «spero di sbagliarmi, ma se avesse raggiunto un qualche risultato si sarebbe affrettato a sbandierarlo ai quattro venti come fa di solito». Il centrosinistra aspetterà di sentire ciò che il Presidente della Regione avrà da dire, ma difficilmente accetterà di sostenerlo in una battaglia contro il Governo e a difesa delle legittime richieste dell’Isola. «Per noi lui non ha nessuna credibilità, conclude Diana, abbiamo cercato nelle scorse settimane di costruire un dialogo con la maggioranza. Mettendo al centro gli interessi della Sardegna e non quelli di una parte politica. Ma Cappellacci ha vanificato tutto con la sua maldestra trasferta a Roma». Cappellacci intanto si è occupato ieri anche della Finanziaria nazionale, nella sua veste di coordinatore delle Regioni Autonome, in una lettera consegnato al presidente Errani durante la riunione della Conferenza delle Regioni. Il presidente sardo ha segnalato come «Sulle Regioni autonomegravano i costi di un maggior numero di funzioni rispetto a quelle attribuite alle Regioni a statuto ordinario. Conseguentemente le spese risultano. È necessario che anche nelle prime, parimenti a quanto stabilito per le seconde, il trasposto pubblico locale, compreso quello ferroviario e marittimo (pagato con risorse proprie) venga escluso dalle voci rilevanti per il patto di stabilità ». E di conseguenza una ridistribuzione anche dei tagli.