Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Cagliari, torna alla luce il tesoro di Piero Cao: è memoria della città

Fonte: L'Unione Sarda
14 dicembre 2011

Da ieri mostra alla Mediateca del Mediterraneo


«Sono commossa nel vedere esposti, per la prima volta, tutti i reperti di mio fratello, che per me era un genio». Maria Cecili Cao non regala solo il ricordo di un uomo erudito. Nella sua mano, quella che non regge il bastone, ha la presa forte di chi vorrebbe fermare l'interlocutore e raccontare una vita intera, mentre si mescola tra i visitatori della mostra “Fondo Piero Cao, una vita raccontata da documenti e reperti”. Ieri l'inaugurazione al Mem, la Mediateca del Mediterraneo di Cagliari, grazie all'iniziativa dell'assessorato comunale alla Cultura, con la collaborazione della Soprintendenza archeologica per le Province di Cagliari e Oristano e dell'associazione culturale Hermaea. E ora, sino al 15 gennaio (dal martedì al venerdì dalle 9 alle 14 e dalle 15 alle 19,30; il sabato dalle 9 alle 13,30), negli spazi al piano terra hanno trovato collocazione le teche con un centinaio di reperti, ossia la collezione archeologica completa dello storico e archeologo cagliaritano vissuto nella prima metà del '900.
A completare il percorso una selezione di foto e documenti dell'archivio privato che, assieme alla sua biblioteca e alle sue carte, vennero lasciati in dono dallo studioso all'amministrazione del capoluogo dopo la sua tragica morte, nel 1959. Con la donazione il fondo viene smembrato: molti pezzi archeologici vengono ospitati in Municipio, nella Sala Matrimoni. Un velo di oblio cala invece sulle carte, lasciate nei depositi comunali sino al 2008, quando vengono trasferite nell'Archivio storico del Comune dove saranno ordinate come fondo privato. L'anno successivo diventano oggetto della tesi di laurea di una studentessa di Lettere, Mara Fara, premiata con lode. La dimenticanza continua a dissiparsi quando, qualche mese dopo, anche i reperti custoditi nel deposito comunale dell'Exmà vengono tirati fuori dalle casse e censiti dalla Soprintendenza ai Beni archeologici e dall'associazione Hermaea. Un patrimonio che testimonia la straordinarietà dello studioso.
«La ricchezza di questo Fondo è data dalla prevalenza di materiali non provenienti dalla Sardegna», spiega dalla Sovrintendenza Donatella Salvi. E indica una statuina proveniente dagli scavi di Tiro. Diversi i vasi in ceramica di varie epoche e culture. Dal mondo etrusco arrivano le fibbie in bronzo e i buccheri. Tra i pezzi alcuni oggetti in pietra come pesi e punte di freccia, le monete puniche e romane (repubblicane e imperiali), una navicella nuragica, terrecotte figurate ed epigrafi latine. Mostra un'epigrafe: “Non è la pietra bensì il materiale edile a ospitare questa dedica d'amore”.
Grande la soddisfazione della direttrice dell'Archivio storico Biblioteche comunali di Cagliari, Dolores Melis, calcando l'accento sui significati: «L'acronimo Mem racchiude in sé anche il significato della memoria e di fatto la Mediateca si prefigge lo scopo di recuperare la memoria della città». Il soprintendente ai Beni archeologici, Marco Minoja, sottolinea il valore della mostra e uno scenario futuro di nuove iniziative in accordo tra istituzioni: «Questo è l'inizio di una più ampia stagione espositiva». Il recupero della memoria e la sinergia istituzionale piacciono all'assessore comunale alla Cultura Enrica Puggioni che conta i tasselli verso la creazione di un sistema museale archeologico integrato.
Manuela Vacca