L'opinione
di Giulio Zasso
Nel 1987 l'assessore alla Viabilità Filippo Pirisi (sindaco Paolo De Magistris) mandò in scena la rivoluzione del traffico nelle strade del centro. Troppo strette le arterie tra San Benedetto e Villanova per sostenere il doppio senso di circolazione: venne imposta una sola direzione di marcia in via Sonnino, via Bacaredda, via Alghero e anche in via Dante, con mille stravolgimenti nelle strade collegate (via Cocco Ortu, via Paoli, via San Lucifero, piazza Giovanni, via dei Giudicati). Ci furono polemiche infuocate tra politici, residenti e commercianti, ma lentamente la città metabolizzò il cambiamento che teneva conto di una nuova stagione del traffico.
È passata una vita da allora e il volume delle macchine si è moltiplicato. La fuga verso l'hinterland degli ultimi anni ha peggiorato la situazione: ogni mattina (ma anche all'ora di pranzo o di sera) la corsa in entrata e in uscita di migliaia di pendolari manda in tilt le principali vie di scorrimento, sempre più spesso paralizzate (gli esempi: viale Marconi, via Sarpi, via Bacaredda, via Cadello, via Is Mirrionis, viale Poetto, viale Trieste, viale Merello). Ormai è tempo di studiare nuove soluzioni per arginare l'invasione delle auto (e se via Dante tornasse a due sensi?). Così come è fondamentale scegliere le rotonde in tutti gli incroci più ampi. Ma servono anche gli occhi aperti (e la mano pesante) dei vigili urbani davanti a chi pretende di lasciare l'auto dove vuole, ingrossando in modo insopportabile le doppie file, la causa principale del rallentamento del traffico.