Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Sul palco del Papa il crocifisso ligneo orgoglio di Villanova

Fonte: L'Unione Sarda
16 settembre 2008

Il Cristo di San Giovanni


Era qualche metro dietro a Benedetto XVI, sul palco di Bonaria, ripreso dalle telecamere di mezzo mondo. Il Crocifisso che ha ornato l'altare della visita papale era quello della chiesa di San Giovanni Battista, nel rione di Villanova. Scolpito in legni di ulivo, pioppo e abete, è di fattura seicentesca. È stato donato all'Arciconfraternita della Solitudine dal vicere di Spagna. “Su Monumentu” come lo chiamano fraternamente i cagliaritani, o “Su Babbu Nostru”, come lo identificano i confratelli, viene portato ogni anno in processione durante i riti dedicati alla Settimana Santa. Gigantesco: è alto 3 metri e 44 centimetri per 2 metri e 21.
«Il momento dell'esposizione del Crocifisso dietro il trono papale», dice il presidente Daniele Pinna, trentottenne, villanovese, «è stato uno dei momenti più belli vissuti dall'Arciconfraternita. In quattrocento anni di storia non si è mai verificato un evento di questa portata». Nel quartier generale dell'Arciconfraternita tutti hanno atteso quel con felicità e preoccupazione.
«Tutti noi confratelli e consorelle, compresi i decani, non ricordiamo di aver mai visto il Cristo sollevato ad una altezza di circa 5 metri. Ma è stata una grande soddisfazione: anche i fedeli assiepati più lontano hanno potuto notare l'imponenza del Cristo, che con le braccia aperte sembrava abbracciare tutta la Sardegna e tutti quelli che hanno seguito le dirette televisive».
Il crocifisso è arrivato a Bonaria alle 19,30 della vigila della visita, trasportato con un carico speciale, per essere appeso nella parete bianca, proprio sopra il trono papale.
Per tutta la notte è stato vigilato dagli uomini della sicurezza, coperto dai teli di cellophane. Dopo la messa celebrata da Benedetto XVI, di fronte a più di centomila fedeli, è poi rientrato nella sua chiesetta di San Giovanni Battista alle 14,40 di domenica, sempre accompagnato dai suoi confratelli. Una esposizione-lampo: «I custodi più fedeli e gelosi. Non è mai stato solo. Solo in quel momento", continua il presidente, «abbiamo tirato un sospiro di sollievo».
C'è una parola che al termine delle processioni i confratelli dicono sempre: «A attrus annus». Daniele Pinna rielabora il detto per l'occasione: «in questo caso dovremmo dire ad attrus Papas».

16/09/2008