Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Da De Chirico a Modì

Fonte: La Nuova Sardegna
30 novembre 2011

Oggi il via all’esposizione delle opere de «I Grandi assenti»




WALTER PORCEDDA

CAGLIARI. De Chirico, Russolo, Martini, Marini e Modigliani. Sono queste eccellenze dell’arte italiana del Novecento «I grandi assenti», mostra evento che vuole celebrare, da oggi e fino a febbraio, a dieci anni esatti di distanza quello straordinario regalo fatto al capoluogo regionale e all’intera Sardegna che fu la collezione Ingrao. Cioè, 500 opere d’arte, donate al Comune di Cagliari - e allestite dal 2001 nelle sale della Galleria Comunale d’arte contemporanea ai Giardini pubblici - da Elisa Mulas erede universale di Francesco Paolo Ingrao, collezionista tra i più celebri del dopoguerra. Una raccolta impressionante che costituisce tuttora una delle più rinomate e prestigiose dell’arte italiana tra le due guerre.
Dentro questo straordinario percorso, Anna Maria Montaldo, direttrice dello spazio museale ne ha sovrapposto un altro, intrigante e poetico, in grado di arricchire la conoscenza suggerendo inediti accostamenti di carattere storico ed espressivo. Cinque diverse opere, due dipinti, un disegno e due sculture - di artisti che non compaiono nell’elenco robusto dei protagonisti della Collezione Ingrao - provenienti dal Mart di Rovereto, dal museo Marino Marini di Firenze e di proprietà della Galleria stessa.
È quindi una sorta di «incursione pacifica», come l’ha definita Montaldo di quelli che sono appunto «I Grandi Assenti» dalla collezione Ingrao accolti però all’interno di “isole” in cui le loro opere sembrano dare una intrigante soluzione di continuità.
Si inizia con il visionario «Profumo», volto di donna dal sorriso enigmatico, espressione sognante e lontana avvolta in un tourbillon di colori, dipinto di Luigi Russolo collocato sul retro della teca accogliente i visitatori, quel meraviglioso ritratto di donna di Umberto Boccioni coevo e annunciante l’esplosiva stagione del futurismo. Le volute fiammeggianti di Russolo rimandano così a quelle di Boccioni del quale la Galleria possiede la collezione di opere più ricca in Italia del periodo antecedente il celebre Manifesto marinettiano, parte delle quali fanno corona significativamente proprio all’opera di Russolo, che fu anche musicista e compositore, firmò il Manifesto «L’Arte dei rumori» ed è considerato il padre della noise music.
Probabilmente contemporanea all’opera di Russolo è la «Cariatide» di Modigliani, disegno in cui si ha una sorprendente dimostrazione di sintesi dell’«arte nègre» del grande artista toscano (l’opera è di proprietà della Galleria ed è la prima volta che viene mostrata al pubblico). Sta accanto ed è quasi in dialogo segnico con il ritratto a carboncino del soldato tedesco sconfitto all’indomani della prima guerra mondiale. Le enigmatiche «Muse» di De Chirico accolgono invece il visitatore nella prima sala al piano superiore come Muse dispensatrici di arte e cultura con i loro infiniti teatrini che compaiono a sorpresa da busti simili a immaginifiche corazze. Più avanti, superata la sala morandiana è il metafisico pugile, scultura del grande Marino Marini a catturare lo sguardo suggerendo paradossalmente la quiete. «È un pugile stranamente contemplativo - afferma Annamaria Montaldo che l’ha voluto in felice collegamento con le opere di Casorati -, non mostra aggressività. Tutt’altro. Suggerisce un distacco quasi metafisico». Ultimo e formidabile coup de theatre è il bronzo della «Donna al sole» collocata nell’ultima sala, significativamente tra le bellezze felliniane di Mino Maccari. Con la sua provocante femminilità esalta la gioia di vivere invitando a sognare l’amore.