Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Una tenda per la galleria colabrodo

Fonte: L'Unione Sarda
16 settembre 2008

Passeggiata coperta. Interventi (provvisori) a tempo di record del Comune per arginare le infiltrazioni d'acqua

Ma è pronto un progetto per isolare il fiume sotterraneo
Da oggi la grande macchia di umidità sarà coperta da una tenda. Una lastra in plexiglas convoglierà l'acqua in una zona dove non transita il pubblico ed eviterà che cada sulla testa dei visitatori.
La grande macchia di umidità di 15 metri quadri visibile sulla navata sinistra sarà nascosta da oggi da una tenda bianca che ieri alcuni operai hanno iniziato ad installare. E tra qualche settimana sparirà anche il secchio trasparente che fatica a contenere l'acqua che cola dal soffitto dell'andito che corre accanto alle mura pisane. «Alcuni pannelli in plexiglas fungeranno da canali di scolo e faranno confluire l'acqua lontano dalla testa dei visitatori», informa Maria Sias, l'architetto che si è occupata dell'allestimento della passeggiata coperta.
Così l'apparenza sarà salva e la Passeggiata coperta, inaugurata sabato in pompa magna con l'Expò delle città regie (132 mila euro per la festa), non dovrà chiudere per altri quattro anni e sarà, come auspicano al Comune, il salotto dei cagliaritani, la loro «cattedrale laica», per dirla con Vittorio Sgarbi.
Ma i palliativi non risolvono alla radice il problema delle copiose infiltrazioni d'acqua che per anni ha lavorato silenziosa dentro le mura sino a lesionare la struttura della parete est del bastione di Santa Caterina, quella che si affaccia sul versante di viale Regina Elena. Il Comune riteneva di poter risolvere il problema impermeabilizzando la terrazza del bastione di Saint Remy (1,1 milioni) e ristrutturando, con un lavoro importante che ha riportato alla luce mura, camminamenti, cannoniere e straordinari cunicoli, la galleria (2,6 milioni). Ma non è stato così.
Per eliminare le infiltrazioni che - dicono ora gli archeologi - esistono da sempre (ma è stato scoperto oltre un anno fa quando è stato sfondato il solaio che celava i resti delle mura pisane), servono soldi: un milione e mezzo di euro, secondo l'assessore ai Lavori pubblici Raffaele Lorrai. Ma forse c'è una soluzione che passa - diciamo - attraverso una strada secondaria. Poche settimane fa le due soprintendenze, Archeologica e ai Beni culturali, hanno approvato il progetto del Comune per uno scavo sotto il Bastione di Santa Caterina, a caccia della chiesa pisana della Beata Vergine degli Angeli. La presenza dei resti dell'edificio è stata rivelata dalle indagini georadar effettuate l'anno scorso dal Dipartimento di ingegneria del territorio dell'Università, cui il Comune aveva chiesto di scoprire l'origine delle infiltrazioni. È stato allora che si è scoperto, sotto la terrazza di Santa Caterina, ciò che resta della torre della Fontana Bona sotto la quale c'erano i pozzo dell'acquedotto che alimentava Castello. È quella l'origine delle gocce che finiscono sulla bacinella della passeggiata coperta.
Ed è a quei pozzi che vorrebbero arrivare quando scaveranno sino a quattro metri e mezzo in un'area di trenta metri quadri alla ricerca di ciò che resta della chiesa. Se saranno fortunati troveranno le cisterne e se le troveranno potrebbero pompare l'acqua e isolare il pozzo. Il condizionale è d'obbligo. Prima di tutto perché gli scavi, essendo finalizzati alla ricerca della porzione basilicale , sono di tipo archeologico, dunque si deve procedere con «grande cautela», spiegano i progettisti, Maria Luisa Mulliri e Silvano Porcu, l'architetto e l'ingegnere del Comune che hanno già curato il progetto di ristrutturazione della Passeggiata. Inoltre è difficile che si possa cancellare il fiume sotterraneo con i 190 mila euro disponibili per questa mini campagna archeologica. Soldi ricavati, chiariscono i due tecnici, dalle economie dell'appalto della galleria umbertina.
Per avere un'idea di come finirà questa storia sarà necessario aspettare più meno sei mesi. Dopo aver ottenuto il via libera delle soprintendenze, il progetto è ora fermo all'Ufficio tutela del paesaggio dell'assessorato regionale agli Enti locali e Urbanistica. Che, è noto, ha tempi biblici.
Si sa che saranno necessari quattro mesi e mezzo dall'inizio dei lavori. Se la fortuna assisterà il Comune si risolverà il problema, altrimenti bisognerà trovare altri soldi, e molti.
Dice Ada Lai, la capo area Servizi al cittadino, il super dirigente comunale definita da Sgarbi «un pezzo di Emilio Floris», che la Passeggiata non chiuderà di nuovo. «Abbiamo il dovere di tenerla aperta, di farla lavorare, di renderla fruibile e produttiva». Perché ci piove, è vero, ma sarebbe brutto chiuderla dopo aver speso quattro milioni. Lo spettacolo deve continuare.
FABIO MANCA

16/09/2008