Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

La campanella stonata di via Caboni

Fonte: L'Unione Sarda
16 settembre 2008


Nelle elementari cagliaritane aule inagibili e classi trasferite
Ieri, per la maggior parte degli studenti cagliaritani, è suonata la campanella del nuovo anno scolastico. Stonata, a sentire i genitori dei bimbi della scuola elementare di via Caboni, che ha ancora i muratori nelle aule, e quelli degli istituti di Monte Mixi e via Quesada. Per non parlare della protesta degli insegnanti della Cgil che contestano il ministro Gelmini e «la sua scelta scellerata di tagliare posti e classi per favorire la scuola privata ».
LA RIVOLUZIONE DI VIA QUESADA Quella che è stata annunciata come l'unica soluzione possibile non è stata accolta con serenità dai genitori di un centinaio di bambini che hanno iniziato le lezioni in classi e sedi diverse dallo scorso anno. Ora si attende l'esito della riunione tra il sindaco, l'assessore alle Politiche scolastiche e il presidente della Scuola civica di musica. Al centro delle proteste dei genitori la scuola elementare di via Caboni, che ospita 15 classi, 5 delle quali a orario continuato (compreso il pranzo). Dallo scorso luglio sono iniziati i lavori di ristrutturazione che hanno reso inagibile la mensa. Si prolungheranno per tutto l'inverno, motivo per cui il dirigente Giovanni Mazziotti è stato costretto a trovare delle soluzioni alternative, scatenando le proteste delle famiglie dei piccoli alunni. «Le 10 classi che fanno l'orario normale - spiega Mazziotti - rimarranno lì, anche se ci sono gli operai. Mi sono accertato che non ci siano problemi di sicurezza e che le lezioni non siano disturbate dai lavori. Le restanti 5, invece, hanno bisogno di una mensa. Per cui 2 sono state trasferite in via Venezia e 3 nella scuola per l'infanzia di Monte Mixi. Da quest'ultima, però, per poterle accogliere, ho dovuto spostare altre 2 classi in via Quesada». Una strategia che non tutti i genitori sono riusciti a conoscere in anticipo. «Purtroppo tutto è stato innescato tardi - aggiunge - la notizia dei lavori ci è stata comunicata a fine luglio. Per tutto agosto abbiamo valutato un rimedio, che però è stato reso ufficiale solo dopo aver avuto il benestare dell'assessore alle Politiche scolastiche, arrivato giovedì scorso. Venerdì abbiamo iniziato a informare i genitori attraverso rappresentanti di classe e via internet».
LE PROMESSE DEL COMUNE L'assessore comunale alle Politiche sociali Edoardo Usai è come un pugile all'angolo. Per i genitori degli scolari è lui il responsabile della situazione disastrosa. Usai, però, è anche un avvocato e ribatte con decisione agli attacchi. «Oggi incontrerò i vertici della Scuola civica di musica di via Venezia per capire se ci mettono a disposizione gli spazi. Ci servono 5 aule in modo da trasferire i bimbi che frequentano a tempo pieno di via Caboni ed evitare così trasferimenti a catena. Certo - afferma l'assessore - i disagi ci sono, ma chiedo un pizzico di flessibilità. Purtroppo i tempi non dipendono da noi, ma sono legati all'aggiudicazione dei lavori». Non era possibile prevedere questo pasticcio? «No, basta un semplice ricorso al Tar e slitta tutto». Prendere in affitto altri locali? «È difficile trovarne idonei. E poi costano un patrimonio». Un esempio. «Per il Sacro Cuore, che ospita i bambini delle elementari del Riva, spendiamo 60 mila euro all'anno».
IL SIT-IN DI PROTESTA Campane sì, ma a morto, le ha suonate la Cgil-Flc che, sempre ieri, ha organizzato un sit-in di protesta di fronte alla sede di Cagliari dell'assessorato regionale alla Pubblica istruzione. In prima fila Peppino Loddo, segretario generale di categoria, affiancato dal segretario generale del sindacato, Giampaolo Diana. Ad ascoltarli insegnanti da tutta la Sardegna. Come Vittorina Firinu, 58 anni, docente a Domusnovas. Ha la fascia nera sul braccio sinistro. «Siamo in lutto per il decesso della scuola elementare. I tagli trascurano l'aspetto formativo e di fatto dichiarano la morte della pedagogia, della didattica e della cultura. Questo regime ragioneristico - continua - amputa i rami più deboli: i disabili e l'educazione degli adulti». La Cgil punta l'indice contro il decreto del ministro Gelmini, e l'atteggiamento passivo della Direzione regionale scolastica, che in Sardegna taglia 1.281 docenze con effetti penalizzanti, soprattutto, per i 4.400 alunni disabili assistiti da soli 2.381 insegnanti. «Se non verrà ritirato il provvedimento ci sarà lo sciopero generale della categoria scuola», ha affermato Loddo.
RICORSO ALLA CONSULTA Marco Espa, esponente del Pd invita la Regione a valutare «un ricorso alla Corte costituzionale per l'organizzazione della rete scolastica, le cui competenze esclusive sono affidate dal nuovo titolo quinto della Costituzione alle Regioni».
ANDREA ARTIZZU
STEFANO CORTIS

16/09/2008