Mereu con l’inedita proiezione lunga di «Sonetaula» e spezzoni dal montaggio di «Bellas Mariposas»
GIANNI OLLA
CAGLIARI. Al via la seconda edizione del Babel Filmfestival, organizzato dalla Società Umanitaria e dalle associazioni Babel e Areavisuale, a cui fanno capo Antonello Zanda, Tore Cubeddu e Paolo Carboni, ideatori dell’iniziativa. Lunedì 28, alle ore 18.30, nel cinema Odissea di viale Trieste, dopo le presentazioni di rito degli sponsor pubblici (Regione, Comune, Provincia) e, ovviamente, degli organizzatori, saranno tre registi sardi a simbolizzare la doppia identità linguistica di cui si fa portavoce l’appuntamento: Salvatore Mereu - che poi, alle 20, presenterà la versione lunga di «Sonetaula» tuttora inedita anche in tv - Marina Anedda e Marco Antonio Pani. Ognuno di loro presenterà degli estratti dei film in corso d’opera e sono dunque molto attesi sia gli eventuali spezzoni di «Bellas Mariposas», di cui è appena iniziato il montaggio, sia del nuovo lavoro documentario di Pani, che nei mesi scorsi ha seguito, in Sardegna e in Europa, la protesta del Movimento pastori.
A partire da martedì mattina, dalle 9, nel salone della Cineteca Sarda/Società Umanitaria, avranno inizio le proiezioni dei 27 film in concorso e dei 23 fuori concorso, provenienti da seguenti paesi: Germania, Qatar, Italia, Perù, Francia, Bosnia, Filippine, Spagna, Serbia, Slovacchia, Sud Africa, Olanda, Mexico, Paraguay, Romania, Cina, Stati Uniti.
Tutti i film, lungometraggi e corti, a soggetto e documentari - parlati ovviamente nelle cosiddette lingue minoritarie, o dialetti o slang, presenti appunto in ogni nazione - si contenderanno otto riconoscimenti, assegnati da Regione, Comune, Federazione circoli del cinema (premio del pubblico), Provincia (premio degli studenti cagliaritani), Scuola internazionale di cinema e televisione (Nuct) e World Social Film Festival.
La chiusura, con le premiazioni, si terrà sabato 3 dicembre, alle ore 21, nell’Auditorium comunale di piazza Dettori. La giuria, presieduta dal regista Edoardo Winspeare, comprende i critici Aldo Fittante e Elisabetta Randaccio, lo scrittore e sceneggiatore Maurizio Braucci, la studiosa basca Maria Gonzalez Gorosarri.
Tra le iniziative di contorno del festival, oltre alla presenza di film d’archivio recuperati per l’occasione (ad esempio «I cavatori», celebre documentario dello scrittore toscano Siro Gianini), ci saranno appuntamenti musicali, monologhi teatrali e dibattiti sul tema delle minoranze linguistiche, in Italia, ma anche in Cina, delle cui specificità parlerà la ricercatrice cagliaritana Barbara Onnis, proprio la mattina del 3 alla Società Umanitaria, prima della proiezione di due film provenienti dalla Cina e parlati in mongolo.
Certamente da non perdere l’appuntamento in programma per il2 novembre, all’Auditorium comunale, ore 21, con il sax di Gavino Murgia alla guida di un quartetto che rielaborerà musiche armene come commento al film di un grande regista, Artavazd Pelesjian, girato nel 1972 nell’ex Unione Sovietica: «Le stagioni». Nella stessa serata, alla Cineteca sarda, verranno proiettati altri due corti dell’autore armeno, «Noi» (1969) e «Il nostro secolo» (1982). La direzione e l’organizzazione di questo evento si deve al celebre musicologo e antropologo Renato Morelli.
Altro appuntamento importante è la serata del 30 novembre, al Cineworld, dove Giovanni Carroni leggerà brani di «Il parroco di Arasolè» di Francesco Masala. A seguire la proiezione di un film molto atteso: «I morti di Alos» di Daniele Atzeni, che traspone in fiction, spostandola agli anni Sessanta, la tragedia che colpì i paesi ogliastrini di Gairo e di Osini. Il film è appunto ambientato tra le rovine di questi paesi, ancora oggi visibili come tragico scenario quasi cinematografico.
Altro titolo importante, anche questo fuori concorso, è «The linguist» di Kramer, Miller, Newberger, che chiuderà il festival il 3 dicembre con un documentario, premiato al Sundance film festival: racconto il lavoro di tre ricercatori che cercano di studiare e codificare lingue sull’orlo dell’estinzione tra l’America Latina e l’India.