Una rete di volontari aiuta i cagliaritani in difficoltà distribuendo cibo
In 25 mila si appoggiano al Banco alimentare
È la zona d'ombra della crisi, un sommerso che resta al buio perché serve a coprire vergogna e sensi di colpa. Soltanto a Cagliari sono 25 mila le persone che ruotano attorno alle strutture caritative per chiedere un sostegno. Alimentare, non economico. E sono 10 mila a Sassari, diverse migliaia in tutte le altre province. Una routine quasi quotidiana, un numero impressionante per la città capoluogo.
Sabato 26 novembre si celebra la Giornata nazionale della Colletta Alimentare: nelle Città mercato e nei principali centri commerciali (Nonna Isa, Conad, Auchan, Lidl, Pellicano, Romana, Superemme, LD Discount, Leclerc, Carrefour, Crai), verranno raccolti alimenti e prodotti che saranno distribuiti alle persone bisognose. Nella sola Italia, ogni anno, 2 milioni di tonnellate di prodotti della “catena alimentare” finiscono dalla tavola alla spazzatura. Più o meno il 3 per cento del Prodotto interno lordo, una quantità in grado di sfamare quasi 50 milioni di persone.
I VOLONTARI Per fortuna c'è anche un altro sommerso, una rete silenziosa e sotterranea che, lontano dai riflettori, lavora sottotraccia per contenere questo spreco alimentare e, dove è possibile, trasformarlo in risorsa. Sono 80 i volontari del Banco alimentare, divisi nei due grandi centri di raccolta e stoccaggio dei prodotti: uno a Selargius, due capannoni di 1500 metri quadri con celle frigo, dotato di scaffalature industriali, un cassone frigo di 60 metri cubi, attrezzature manuali ed elettromeccaniche per la movimentazione dei carichi su pallet; l'altro nella zona industriale di Muros, di 700 metri quadri, gestito da una ventina di volontari.
«La nostra attività è persino troppo semplice a dirsi», afferma Carlo Loi, vice presidente del Banco alimentare, «recuperiamo le eccedenze e le distribuiamo alle persone bisognose. Sono però i numeri a fotografare la portata del fenomeno e a impressionare: perché dal 1995 ad oggi, e stiamo parlando di quindici anni, abbiamo raccolto e distribuito qualcosa come 17 mila tonnellate di prodotti. Anche noi sardi, allora, sprechiamo una quantità di frutta e verdura che sarebbe in grado di garantire una corretta alimentazione, per un anno intero, a migliaia di persone».
I PRODOTTI Nei grandi box del Banco alimentare finiscono carne in scatola, formaggi, legumi, pasta secca, olio, zucchero, uova, omogeneizzati, farine, latte, burro, tutti prodotti perfettamente commestibili ma non più commercializzabili per scadenza ravvicinata, danni all'imballaggio, errori di etichettatura e recuperati grazie alla collaborazione dei punti vendita della Grande distribuzione organizzata, oppure dell'Agea, agenzia dell'Unione europea per l'erogazione in agricoltura, dell'Ente Risi, oppure proprio grazie alla Giornata nazionale della Colletta Alimentare.
I NUMERI Lo scorso anno sono state 15 le aziende donatrici e quasi 50 mila le persone bisognose “censite”, sostenute da una rete di 230 strutture caritative che hanno distribuito 1.500 tonnellate di prodotti recuperati dallo spreco alimentare. Per un valore commerciale, convenzionale, stimato in quasi 6 milioni di euro. MIlle i volontari mobilitati nell'iniziativa che ha portato a un raccolto di 200 tonnellate messe a disposizione da oltre 100 mila donatori.
«Numeri importanti», aggiunge ancora Loi, «ma a cambiare deve essere soprattutto la cultura e la mentalità. E in questo saranno fondamentali le giovani generazioni».
Paolo Matta