Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

“Sarabanda” di famiglia con gli occhi di Bergman

Fonte: L'Unione Sarda
18 novembre 2011

Oggi al Massimo per la rassegna organizzata dello Stabile di Sardegna

Cagliari, protagonisti Lojodice e De Francovich

Ci hanno insegnato tutto ma non ci hanno detto nulla dei sentimenti.
Debutta stasera alle 21 al Massimo di Cagliari “Sarabanda” di Ingmar Bergman, una produzione del Teatro Metastasio Stabile della Toscana/Fondazione Istituto Dramma Popolare San Miniato. La riduzione teatrale del “capolavoro degli addii” del grande regista svedese è firmata da Massimo Luconi. In scena due grandi attori: Giuliana Lojodice e Massimo De Francovich, affiancati dai giovani Luca Lazzareschi e Clio Cipolletta. La traduzione è di Renato Zatti. Le scene di Daniele Spisa e Massimo Luconi, i costumi di Sabrina Chiocchio, musiche originali di Mirio Cosottini,.
Quarto spettacolo del cartellone del Teatro Stabile della Sardegna (la campagna abbonamenti è ancora aperta), “Sarabanda” è un'opera magistrale sull'autismo dei sentimenti, ma anche un canto appassionato sul dolore per la mancanza d'amore. Ingmar Bergman che aveva trovato nel cinema «un'illusione progettata sin nei minimi dettagli», trova la sua grandezza di autore contemporaneo nella perfetta drammaturgia e nella purezza delle immagini di un cinema che può essere teatro e viceversa.
“Sarabanda” è uno spietato affresco delle relazioni parentali, un dramma di rimpianti, rimorsi, rancori che si muovono sulla scena come la danza lenta e malinconica che dà il titolo all'opera. Nella sua ultima creazione il maestro svedese torna a parlare dei personaggi di “Scene da un matrimonio”, lavoro in parte autobiografico. “Sarabanda” è il sequel di quel film cult degli anni Settanta e vede l'ultimo confronto degli stessi protagonisti, diventati - trent'anni dopo - più maturi, acuti e crudeli.
La riduzione, in prima esecuzione assoluta per il teatro italiano, conserva quasi integralmente la sceneggiatura originale, basandosi sulla letteratura alta e cercando di lanciare uno sguardo morale sulla solitudine della nostra società. Una drammaturgia che, seppur scritta per la macchina da presa, è perfetta nei ritmi e nelle scansioni del palcoscenico. In occasione dello spettacolo (in programma anche domani alle 21 e domenica alle 19) domani alle 18 nella sala Minimax del Massimo avrà luogo un incontro-dibattito con Antioco Floris (docente di storia e critica del cinema) e gli attori di “Sarabanda”.