IL CASO. In provincia ben 140 milioni di euro di rate non pagate nel 2011
Quanto pesa la crisi sulle tasche dei cagliaritani
La crisi sta avendo un doppio effetto nelle tasche dei cagliaritani: da una parte i risparmi nei conti correnti diminuiscono, dall'altra le rate dei prestiti delle banche diventano una montagna insuperabile. L'indagine del Centro studi sintesi (realizzata su dati di Bankitalia) parla chiaro.
LE SOFFERENZE Su 4,24 miliardi di euro di finanziamenti (prestiti, mutui, credito al consumo) erogati nel 2011 in città, 140 milioni non sono stati restituiti (vale a dire il 3,3%) e sono quindi catalogabili come sofferenze. L'andamento, nel tempo, risulta crescente. Le rate saltate nel 2010 ammontavano a 128 milioni. Per non parlare dei due anni precedenti: nel 2009 le sofferenze bancarie raggiungevano quota 112,5 milioni, nel 2008 i 91,6 milioni.
RISPARMI Le difficoltà dei cagliaritani non si riflettono solo in un aumento dei prestiti non ripagati: ormai le 230 mila famiglie del capoluogo stanno erodendo i propri risparmi. Il Centro studi registra che dal 2007 al 2011 il calo dei depositi è passato da 4,3 a 3,9 miliardi, con una flessione dell'8,9%. E se la liquidità si riduce, la necessità di arrivare a fine mese, spesso, spinge le persone nel baratro del sovraindebitamento.
I DEBITI Come conferma il Centro studi sintesi, la Sardegna, trainata da capoluogo, è al sesto posto in Italia tra le regioni con il maggior sovraindebitamento. Se
Campania, Sicilia, Puglia, Calabria e Abruzzo, ai primi cinque posti, sono le regioni più esposte, con un rapporto investimenti-risparmi fra il 108,3% e il 103,4%, la Sardegna nel 2011 registra un deludente 106%.
L'INDAGINE Il Centro studi Sintesi, nello stilare la classifica, ha tenuto conto di 14 indicatori suddivisi nelle due macroaree "obbligazioni assunte" e "liquidità". "La prima", commenta Michele Bacco, ricercatore del Centro studi sintesi, "riassume dati come indebitamento medio, sofferenze, ammontare medio del mutuo e dei protesti per abitante superiore ai 15 anni, povertà relativa delle famiglie, insoluti verso banche e finanziarie e credito al consumo. La seconda macroarea, invece", aggiunge il ricercatore, "consente di inquadrare la situazione della liquidità delle famiglie, tenendo conto di depositi bancari medi, del reddito disponibile, del tasso di disoccupazione, della cassa integrazione e della cessazione di ditte individuali e di società di persone. Se nelle prime tre regioni della classifica il rischio di sovraindebitamento è considerato molto alto", conclude Michele Bacco, "nel caso della Sardegna questo rischio viene valutato alto".
Lanfranco Olivieri