Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Sulle strade troppe trappole e disattenzione

Fonte: L'Unione Sarda
9 novembre 2011

L'intervento.
 

Dopo la durissima ondata di maltempo che ha investito quasi tutta l'Italia e la nostra Isola, interviene su un tema delicato come quello della prevenzione il professor Francesco Annunziata, docente alla facoltà di Ingegneria dell'università di Cagliari.
Quando avviene un incidente stradale si parla spesso di «strada assassina». Certamente esistono molti errori e trappole nelle strade che percorriamo e dovrebbe essere nella priorità dei gestori adeguare le strade esistenti, eliminando le suddette trappole, spesso date da intersezioni a raso localizzate in tratti inopportuni e spesso progettate male.
Tuttavia, spesso gli incidenti sono provocati da velocità eccessive, non adeguate alle caratteristiche della strada, che non ammettono il superamento della velocità di progetto, e da comportamenti di guida “allegri” e incuranti della sicurezza degli altri conducenti che stanno percorrendo la stessa strada. In conclusione, la responsabilità non è quasi mai individuale, ed in proposito devo dire che la stampa talvolta non si preoccupa di formare l'opinione del lettore, che non significa convincerlo di tesi non condivisibili o “salva-gestori” della strada.
Quando avvengono i fatti di questi giorni in Liguria, ma che si ripetono ogni anno qua e là nel nostro Paese, si sente dire che «la natura si è voluta vendicare dell'uomo», quando invece essa segue le leggi naturali, della fisica per esempio.
In tutti questi anni sono stati commessi errori progettuali e gli esempi non si contano più: la diga del Vajont, con un insufficente attenzione alle caratteristiche dei terreni circostanti; le opere d'arte sottodimesionate, per esempio i corsi d'acqua costretti a defluire in sezioni inadeguate, quando non tombinati, e comunque non tenute in manutenzione; le costruzioni nei terreni di golena, senza preoccuparsi che, in condizioni di piena, il corso d'acqua aveva bisogno assoluto di defluire anche in quei terreni.
Nel corso di perizie effettuate per conto della Magistratura ho visto spesso strade recenti spazzate via, e lì a fianco strade vetuste senza problemi, anche se investite dallo stesso evento meteorico: erano stati costruiti ponticelli dove non servivano e non erano stati previsti dove erano utili; e potrei continuare...
Il dissesto idrogeologico ha cause e responsabilità politiche, amministrative e tecniche più che evidenti!
La causa primaria è che politici, amministratori e tecnci non hanno rispettato gli equilibri consolidati del territorio investito dalle nostre opere, non hanno rispettato le leggi naturali. Se fosse stato così avremmo eventi eccezionali, ma i loro effetti non sarebbero enfatizzati dai nostri errori.
Io racconto in aula ai miei studenti che di un'opera ben progettata e costruita, il territorio si dovrebbe accorgere il meno possibile, perché gli equilibri preesistenti sono stati salvaguardati e, se compromessi, ricostituiti. In questo questo consiste la progettazione attenta ai criteri della sostenibilità dell'intervento.
Francesco Annunziata
professore ordinario della facoltà di Ingegneria, dipartimento di Ingegneria delle strutture dell'università di Cagliari