Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Ho trascurato la casa, non i miei figli»

Fonte: L'Unione Sarda
12 settembre 2008

Intervista. Parla la madre dei bambini segregati in un appartamento del centro, che ieri mattina è stata scarcerata


«Non li ho chiusi a chiave, la mattina erano all'oratorio»
«È vero ho trascurato la pulizia dell'appartamento. Ma non i miei bambini. Loro no». La quarantenne, accusata di abbandono di minore, parla dopo la scarcerazione disposta dal pm.
«Sono depressa, credetemi. Sono depressa». La quarantenne accusata di aver segregato in casa i propri figli tra immondizia e rifiuti di ogni genere cerca di spiegare tutto con quel male silenzioso che lentamente le stava togliendo la lucidità: «Non mi sono accorta che la casa fosse in quello stato, lo giuro», dice mentre fissa il pavimento e le sue infradito brasiliane.
Decide di parlare nello studio dell'avvocato, poche ore dopo la scarcerazione disposta dal pm Alessandro Pili. Ventiquattr'ore di carcere o giù di lì, che hanno dato un'ulteriore mazzata ad una donna che da qualche mese convive con uno stato d'ansia che ora le fa ammettere, tra le lacrime: «È vero, ho trascurato la pulizia dell'appartamento. Ma non i miei bambini. Loro no».
Magrissima, zigomi sporgenti e capelli rossi raccolti in una coda di cavallo, orecchini da zingara con una farfalla stampata sul cerchio. Trema mentre parla (e lo farà per l'intera durata dell'intervista, affiancata da Don Guido, salesiano dell'oratorio di San Paolo, e aiutata dal legale Alberto Ippolito) ma ripete con certezza: «Non ho chiuso a chiave quella stanza, non l'ho mai fatto».
Mentre i vigili del fuoco e la polizia cercavano disperatamente il padrone di quella casa al sesto piano, dove l'acqua usciva a fiotti da sotto la porta, lei era lì sotto con un amico («non un fidanzato, magari lo avessi»), pochi metri più avanti: parlava, si stava confidando dentro un fuoristrada che poi l'ha riaccompagnata, all'una e mezza.
«Sono uscita alle 23,30, dopo aver messo a letto i bambini», racconta ora. I tre figli, di 13, 11 e 7 anni, avevano passato la giornata all'oratorio. Lei, nel frattempo, era a lavoro. «Ha un contratto a tempo indeterminato», specifica l'avvocato. Una precisazione, per zittire le voci che riempiono un quartiere: «Non sono una prostituta», ripete a cadenze regolari nel proprio discorso la donna.
Poi il racconto prosegue: «Martedì sono andata a prenderli ai campi di piazza Giovanni XXIII, abbiamo fatto una passeggiata e gli ho comprato la pizza».
Fin qui, una madre perfetta. Come quella che tre anni fa, prima della separazione, comprava i panini alla ricotta nel forno sotto casa. «Sono per la colazione dei miei figli», diceva alle commesse. Secondo il suo racconto, quella madre esiste ancora: «Quando siamo tornati a casa, i bambini hanno visto un cartone animato».
Il resto della serata però non ingrana con la versione della squadra volanti, che l'ha portata via da quell'appartamento in manette: «Li ho messi a letto, ma ho lasciato la porta aperta». Sui verbali scritti la stessa notte dagli agenti, con le narici e gli occhi ancora pieni di quella casa degli orrori , c'è scritto l'esatto contrario. Chiuso a chiave l'ingresso della stanza, chiusa pure la porta-finestra che si affaccia su una veranda. Dentro, i tre piccoli stavano dormendo in mezzo ai loro escrementi e a quelli dei due gatti che vivono insieme a loro. «Caldo e tanfo insopportabili», riferiscono gli uomini in divisa.
Ieri, oltre alla scarcerazione, il pm ha disposto anche il dissequestro televisore al plasma e la playstation che spiccavano in mezzo ai piatti sporchi e ai vermi che strisciavano sugli avanzi di cibo. L'appartamento, invece, è ancora sotto sequestro. L'interrogatorio di garanzia è previsto per il 19 settembre. Fino a quel giorno la donna rimarrà in una comunità, seguita dai servizi sociali del Comune di Cagliari. Che non l'hanno persa di vista per un secondo e le hanno prescritto una cura per la depressione.
Il Tribunale dei minori invece ha sospeso la patria potestà a entrambi i genitori (il padre ha detto di non poter ospitare i figli) e ha nominato un tutore. L'avvocato difensore invece ha chiesto una perizia psichiatrica per una donna che è crollata negli ultimi sette mesi e che - pare - non ha mai curato la propria malattia. E ha lasciato che i suoi tre bambini vivessero in quelle condizioni, quasi senza accorgersene. Escrementi in terra, resti di cibo in ogni angolo e i materassi, intrisi di pipì.
«Sto male, credetemi».
MICHELE RUFFI

12/09/2008