Rassegna Stampa

Sardegna 24

Malato e a rischio sfratto l’ultima partita di Martiradonna

Fonte: Sardegna 24
2 novembre 2011

La storia

LA BANDIERA Il terzino dello scudetto ricoverato in fin di vita deve affrontare un’ingiunzione a lasciare il suo appartamento. L’assessore alle Politiche Sociali Orrù: «Cercheremo di aiutarlo»

 Dicono che Scopigno in allenamento non gli facesse marcare Riva perché con la sua bravura rischiava di demoralizzare Rombo di tuono. Dicono anche che l’allenatore filosofo attribuiva al cognome troppo lungo la mancata convocazione in Nazionale: «Mario, sei il più forte di tutti, – gli diceva il mister –ma con quel nome non vai da nessuna parte». Erano tempi felici. Era il Cagliari dello scudetto. E quel terzino roccioso di nome faceva Mario Martiradonna: classe 1938, nato a Bari e arrivato in Sardegna nel 1962, 306 presenze con la maglia rossoblù (9 meno di Riva) collezionate in una cavalcata segnata prima dalla promozione dalla B alla A (1964) e poi dalla conquista del tricolore (1970). Da allora a oggi, tutto è cambiato: finita la carriera sui campi di gioco, le sfide si sono fatte più dure e le amarezze si sono accumulate una dopo l’altra, fino all’ultima partita, troppo difficile da vincere, contro un male più cattivo e resistente di qualsiasi numero 9 e contro uno sfratto che entro l’anno potrebbe lasciare senza casa lui e la moglie. Non si è mai lamentato, Martiradonna, né ha mai alzato la voce per dire che una città come Cagliari no, non può dimenticarsi dei suoi eroi con tanta facilità. Eppure, i più sono rimasti al tempo in cui undici si leggeva Albertosi Martiradonna Zignoli Cera Niccolai Tomasini Domenghini Nenè Gori Greatti Riva. Pochi, invece, hanno seguito quello che è successo dopo il ‘73, quando il terzino dei sogni ha appeso le scarpette al chiodo e ha scelto Cagliari per trascorrere il resto della sua vita. E così, nel silenzio, si sono susseguite tante vicende, alcune dolorose, che hanno segnato il calciatore che aveva studiato da perito agrario e lavorato come dattilografo. Su tutte, la brutta storia del distributore di benzina, ricevuto in gestione dal presidente Arrica e causa di grossi guai, e, qualche anno dopo, la decisione della società rossoblù di togliergli la guida tecnica degli Allievi. Il risultato è stato un’esi - stenza tribolata, in salita, con poche certezze, tra cui la famiglia, qualche buon amico (Gigi Riva su tutti) e una pensione poco più alta della minima: troppo bassa per vivere e soprattutto per pagare l’affitto di una casa dalle parti del centro che ora rischia di perdere.

CANDIDATO CON IL PD L’ultima volta che Martiradonna è salito alla ribalta è stata alle elezioni comunali di maggio, quando si è candidato per il Consiglio tra le file del Pd. Ora, invece, a luci spente, la partita dell’ex terzino campione d’Italia è doppia: contro una malattia veloce e testarda e contro una pratica di sfratto che potrebbe diventare esecutiva già nelle prossime settimane. A meno che le istituzioni della città, Comune in testa, non trovino al più presto una soluzione. «Noi interveniamo sempre dove c’è bisogno – assicura l’assessore comunale alle Politiche sociali, Susanna Orrù –. Lo facciamo per le persone comuni e naturalmente anche per chi ha rappresentato qualcosa di importante per la città. In passato, il mio assessorato è stato allertato per altre situazioni di difficoltà vissute da campioni del Cagliari dello scudetto e non si è tirato indietro. Anche stavolta verificherò con gli uffici la situazione e cercherò di fare il possibile”. Forse, per Cagliari, è arrivato il momento di sdebitarsi.

Lorenzo Manunza

 LA CARRIERA

DA MELFI A CAGLIARI PER LA PROMOZIONE E IL TRICOLORE

Non è da tutti centrare con la stessa squadra una promozione dalla serie B alla A e uno scudetto in meno di dieci anni. Eppure è quel che è successo a Martiradonna con la maglia rossoblù. Cresciuto nel Melfi, esordio in serie C con il Teramo, nel 1959, e in B con la Reggiana, nel ’60, è arrivato in Sardegna nel ’62 e non se n’è più andato. A due anni dall’approdo, è tra gli artefici della prima promozione in A del Cagliari; meno di sei anni dopo, è tra i titolari che trasforma in realtà il sogno scudetto.