Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Le grandi manovre, salta il terminal

Fonte: Sardegna Quotidiano
2 novembre 2011

Porto

 

La costruzione di una nuova Stazione marittima al molo Sanità, la valorizzazione del Terminal crociere e la creazione di una struttura rimovibile per i crocieristi al molo Rinascita, il miglioramento estetico e funzionale del Porto Canale. Piergiorgio Massidda, neopresidente dell’Autorità portuale, ha colto l’occasione della presentazione dei progetti degli studenti della facoltà di Architettura di Cagliari sul Porto Canale, per tratteggiare la sua idea di futuro per il porto. A partire da via Roma. Qui, al posto della ormai caratteristica struttura azzurra della Stazione marittima, il senatore, da settembre alla guida dell’Autorità, immagina un edificio «semplice e leggero» che si integri con la passeggiata costruita sul lato mare: «Gli uffici e gli spazi della attuale stazione necessitano di costosi lavori di adeguamento, lo richiede la Asl», ha spiegato Massidda. Si fa spazio, dunque, l’ipotesi di abbattimento e ricostruzione, sempre che «venga trovato l’accordo interno al comitato portuale e si riescano a trovare i fondi necessari», ha continuato il presidente. Per i progetti del nuovo hub si dovranno studiare nuove soluzioni, e magari prendere spunto dalle idee dei ragazzi del Pratt Institute di New York che verranno presentate domani. Gli studenti americani dell’importante scuola di design, guidati dalla docente cagliaritana, Ludovica Tramontin, hanno preparato le loro proposte, già esposte all’interno della stessa Stazione marittima, assieme a quelle dei loro colleghi sardi sul Porto Canale. Il vero stravolgimento, prospettato ieri da Massidda, riguarda il futuro del turismo crocieristico. Il Terminal crociere del molo Ichnusa, realizzato nel 2008 e costato 5 milioni di euro, non si può utilizzare per le grandi navi senza prima aumentare la profondità del molo. «Per iniziare lo scavo, per il quale è tutto pronto, aspetteremo la certezza di poter concludere i lavori in breve tempo», ha precisato il senatore. «Non possiamo permetterci di perdere la struttura per anni in questo momento favorevole per il traffico su Cagliari». Nell’idea di Massidda, il terminal attuale dovrà aprirsi alla città e diventare un punto d’incontro per i cagliaritani. Allo stesso tempo potrà accogliere le navi da crociera più piccole, mantenendo in parte la sua funzione originaria. Un ruolo che verrà invece preso dal molo Rinascita, per il quale il presidente dell’Auto - rità pensa allo spostamento del traffico merci e a una «struttura provvisoria ». La soluzione rimovibile, che lunedì passerà al vaglio del comitato portuale, potrebbe dare indicazioni sulla possibilità di costruire un secondo terminal, doppione del primo, in grado di ospitare fino a 4mila crocieristi. Anche l’aspetto commerciale del porto cagliaritano non verrà tralasciato: «Per il Porto Canale sono pronti 30 milioni di euro» ha detto Massidda. Sarà necessario trovare una soluzione per il problema delle aree retrostanti, contese tra aziende private, Cacip e demanio. «Serve una soluzione politica. L’ultima sentenza del Tar ci offre la possibilità di fare un piccolo passo indietro nell’interesse della città, bisogna sedersi tutti intorno a un tavolo».

Michele Salis

UN’OPERA COSTATA 5 MILIONI

Una storia travagliata quella del terminal crociere del molo Ichnusa. Costato cinque milioni di euro, non è mai entrato in funzione. È stato partorito quando all’autorità portuale regnava Nino Granara e a palazzo Bacaredda il sindaco era Emilio Floris. Qui l’ex primo cittadino ha deciso di salutare i suoi concittadini a ridosso delle elezioni che hanno conferito il mandato a Massimo Zedda. Il terminal ha fatto parte della sua visione del porto come piazza sul mare, ma è rimasto un’incompiuta. Con Granara sono partiti i lavori, con Paolo Fadda non sono continuati. Il predecessore di Massidda ha fatto in tempo a bandire la gara per garantire l’aumento del fondale: le grandi navi da crociera non hanno mai potuto attraccare. L’appalto stava per essere aggiudicato, sembrava la svolta. Ma il senatore Pdl prestato al porto, tra i suoi primi atti, ha bloccato tutto. Adesso vuole trasformare quegli spazi che nessuno ha mai usato in un luogo aperto alla città. Un salotto da cinque milioni di euro.